Riapre al pubblico una delle più belle ville di Pompei. La casa degli Amanti di nuovo visitabile dopo 40 anni. Chiusa dai tempi del terremoto torna a rivivere e con lei l'immaginazione di chi visitandola torna indietro di secoli. Con il ministro Francheschini al fianco di Osanna a Pompei si festeggia, così, la fine del Grande Progetto, cinque anni di restauri e di messa in sicurezza del sito.
"Questa domus rappresenta un caso unico per il suo stato di conservazione e per la presenza del primo piano e di un peristilio doppio che non si vede da nessun'altra parte – spiega Osanna – un caso eccezionale che consente di apprezzare la definizione degli spazi, così com'erano nel 79 dopo Cristo, con un gioco di luce e ombra". Si chiude definitivamente la stagione dei crolli, che ha appannato l'immagine dell'Italia nel mondo, anche solo a giugno termineranno gli ultimi cantieri. Tre le domus mai viste riaperte da ieri al pubblico. La Casa degli Amanti, chiusa da quarant'anni, l'unica nel sito campano patrimonio dell'umanità nella quale si sia salvato un piano superiore, gioiello unico dell'architettura romana. La Casa della Nave Europa, dove un grande graffito testimonia di passati splendori.
Ma è nella Casa del Frutteto, forse "una delle più belle ville di Pompei", come la definisce il direttore del parco archeologico Massimo Osanna, che la forza evocativa delle stanze dipinte alla gran moda di allora, colori forti che fanno da sfondo a paesaggi verdeggianti, evocazione di scene sacre, rimandi all'Egitto , e ancora fiori, frutta, animali, sbalordisce, emoziona, incanta.
Se il nero sulle pareti del triclinio risponde a criteri di moda, spiega Osanna quello della piccola stanza che lo affianca, dice, evoca piuttosto il buio della notte, un paesaggio di fiori e di piante in cui troneggia centrale un albero di fico sul quale si attorciglia una serpe, immagine che è facile associare a quello che sarà poi un topos della cristianità. Altre figure sono sulla volta, "dipinte per essere ammirate da sdraiati", puntualizza Osanna. Perché questa piccola stanza da letto "non veniva usata per dormire". Era una stanza per l'amore, piuttosto.
Come nella vicina Casa degli Amanti, dove pure sono tanti i rimandi alla sensualità e all'erotismo. A partire da quella iscrizione piena di poesia che qualcuno ha graffito su un quadretto a sfondo rosso: "Gli amanti sono come le api, una vita dolce come il miele". Che si trattasse di un bordello? Il direttore non è convinto: "Non credo, questi ambienti sono quelli di una casa". Ma è vero, sottolinea, "che nelle domus si faceva anche altro, non era raro nemmeno il caso di padroni che facevano prostituire in casa le loro ancelle. Questo però non significa che fosse tutto un lupanare. Semplicemente era una società diversa dalla nostra, i costumi erano più liberi, senza le pruderie di noi contemporanei".
Accanto a lui il ministro Franceschini, trascinato in lungo e in largo per i cantieri appena chiusi, sorride. Per lui è una giornata di "riscatto", di "orgoglio italiano", dice. Racconta che quando ha assunto per la prima volta il mandato di ministro della cultura era un venerdì, e fu accolto da due crolli a Pompei "in sequenza, uno la domenica, l'altro il lunedì". Ci sono stati "momenti difficili ma ce l'abbiamo fatta -dice -. Anche se il lavoro qui non finisce, ci sarà da assicurare manutenzione continua, studio, ricerca". In piccola parte anche scavi, visto che su 60 ettari di città individuata ne restano almeno 20 sotto terra. Cinquanta nuovi ulteriori milioni sono stati stanziati per nuovi lavori.
Oggi intanto si apre un'altra sfida, conclude, quella della zona che circonda il parco, "sette comuni, un territorio sconfinato pieno di problemi e di opportunità'".
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