Niente più stacco dell'acqua: ottenuto il primo sì alla Camera il testo della proposta di legge sulla “tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque” che ha ricevuto ieri il primo via libera dalla Camera dei Deputati (243 sì, 129 voti contrari e due astenuti), che prevede un minimo vitale di acqua gratis per ogni italiano; insomma, saranno garantiti a tutti i cittadini 50 litri di acqua al giorno per i quali non bisognerà più pagare la società fornitrice.
Il servizio, dunque, si considererà completamente gratuito e “fuori-bolletta”, in quanto bene fondamentale della vita e necessario per la sopravvivenza. Questo significa anche che chi riuscirà a restare entro questo tetto non sborserà mai neanche un euro.
Ciò vale anche (e soprattutto) per chi è moroso con gli arretrati: intanto non perderà il diritto ai 50 litri di acqua gratis e, in più, non dovrà più temere il pericolo di un’interruzione della fornitura solo perché è in ritardo coi pagamenti se presenta un Isee basso dal quale risulti una situazione di morosità incolpevole.
Il costo di questa manovra non sarà sostenuto dallo Stato, ma sarà caricato sulla tariffa applicata agli scaglioni più alti di consumo, in modo da garantire al contempo progressività e incentivazione al risparmio delle risorse idriche, bene prezioso.
La bolletta dell’acqua, inoltre, sarà più trasparente. Oltre al dettaglio dei consumi, gli utenti potranno conoscere i dati sugli investimenti effettuati dai gestori, sui costi di depurazione sostenuti e anche sulle percentuali medie di perdite idriche nelle reti.
I comuni, infine, potranno decidere se gestire il servizio idrico in proprio o attraverso società in house o se invece andare a gara. Ed è proprio questa parte a lasciare perplessa l'opposizione, che è scesa subito sul sentiero di guerra, accusando la maggioranza di aver tradito il risultato del referendum del 2011 che escludeva la possibilità di una privatizzazione del sistema idrico.
Non ci resta che aspettare la fine dell'iter della proposta di legge, ormai a metà strada, per capire se sarà una vera rivoluzione del sistema idrico, con 5 anni di colpevole ritardo rispetto al referendum, o semplicemente un contentino per evitare modifiche più sostanziose.