Campania e Sicilia agli ultimi posti in Europa per l'occupazione, con una persona su cinque disoccupata nel 2021. È quanto mostrano i dati di Eurostat sul mercato del lavoro, pubblicati ieri
Il tasso di disoccupazione per le persone di età compresa tra i 15 e i 74 anni era il 19% nelle due regioni italiane, in aumento rispetto al 2020 quando era il 18%. Un primo maggio del non lavoro in Campania.
La media Ue è il 7%. Peggiori di Campania e Sicilia soltanto le regioni spagnole di Ceuta (27%), isole Canarie (23%) e Andalusia (22%), la Macedonia occidentale in Grecia (20%) e altre due spagnole Melilla (20%) ed Estremadura (19%).
Drammatico anche il quadro consegnato rispetto alla disoccupazione soprattutto in provincia di Napoli. Giovani in fuga da Napoli e la sua provincia. L'allarme sull'emorragia che rischia di rendere sempre meno competitiva la Campania arriva dal rapporto Svimez. Il 45 per cento dei laureati emigrati all'estero è nato in Campania. Secondo l'identikit fornito hanno tra i 25 e i 34 anni, quando dopo avere completato il ciclo di studi e magari cercati invano un lavoro decidono di fare le valige.
Ma non vanno via solo i ragazzi. Nel complesso la regione nei prossimi cinquanta anni perderà due milioni di abitanti. A spingere i giovani alla fuga è l'assenza di lavoro. Tra Torre Annunziata e Castellammare resta da decenni il record dei disoccupati, falliti tutti i piani di reindustrializzazione finanziati con il Contratto d'area le aziende continuano a chiudere.
L'ultima nel dicembre 2020 sul tratto di costa stabiese, la Meridbulloni ha trasferito la sua sede al Nord. E ancora oggi il presidio dei lavoratori licenziati è posizionato fuori ai cancelli della fabbrica chiusa.
Inuna regione che nel 2021 registra un tasso di disoccupazione giovanile del 38%, un giovane su quattro non lavora, nell'area torrese-stabiese il dato supera il 40%. E a preoccupare sono soprattutto i neet, quei ragazzi che non studiano, non sono impegnati in corsi di formazione e non lavorano, nella fascia tra i 15 e i 29 anni. Secondo uno studio di Confindustria pubblicato a febbraio sono il 34,5 per cento in Campania. Maglia nera insieme alla Sicilia. Ancora peggio poi se si estende il paragone al resto di Europa.