Un lungo sfogo è la risposta di Pannullo sul caso della nomina dei dirigenti. "È paradossale che in questa città una procedura limpida e trasparente diventi un caso per l’opposizione. Per la prima volta dirigenti ed assunzioni avvengono senza che vi sia un filo diretto con l’amministrazione, senza che vi sia una conoscenza personale, senza che vi sia una tessera di partito tale da creare un fil rouge con il governo della città”. Questa la replica del sindaco, che non entra nel merito della mail tirata fuori dalla minoranza per dimostrare che Pannullo ad agosto ha bloccato le assunzioni dei dirigenti vincitori di concorsi pubblici. In realtà prima di andare in ferie il sindaco ha scritto alla dirigente del personale Sabina Minucci: “Non si muova un dito fino al mio rientro”. Il capo del settore economico-finanziario, Antonio Verdoliva, è entrato a Palazzo Farnese con tre settimane di ritardo. Ma il sindaco sceglie la strada della controffensiva alzando i toni dello scontro: “È evidente che tutto questo abbia meravigliato chi ha fatto da sempre del clientelismo la ragione della politica. Loro sentono puzza di bruciato, la città intanto si colora di un profumo mai avvertito, della trasparenza e della legalità. È evidente che il filo rosso-azzurro che lega l'opposizione, fatto di vetero comunismo e conservatorismo, una commistione che ha fatto il bello e il cattivo tempo in città mettendo le mani in pasta in tutto, oggi non accetti che il verso è cambiato”. Il riferimento chiaro, anche se non ci sono nomi, è al capo del centrodestra Gaetano Cimmino e all’ex sindaco Salvatore Vozza, che ha appena lasciato il suo ruolo di consigliere comunale in un’aula dove i tributi di stima si sono moltiplicati e lo stesso Pannullo lo ha definito mercoledì scorso: “Il mio maestro. Mi ha insegnato tutto quello che so”. Ma oggi gli strali del sindaco colpiscono i suoi predecessori: “Più che gridare allo scandalo farebbero bene a fare un mea culpa per le condizioni in cui negli ultimi anni hanno lasciato la città". E poi ritorna sulla questione dell’allarme camorra che lo vedrà protagonista di un’audizione in commissione parlamentare Antimafia, il sette novembre. "Quanto alle mie esternazioni sul rischio di infiltrazioni criminali penso di aver colto nel segno. Mi sarei aspettato un clima di condivisione sulla preoccupazione manifestata, ed invece c'è solo un silenzio assordante e omertoso di gran parte delle forze politiche e dei sindacati. Un silenzio complice di chi ha paura a mettere insieme la sola parola camorra. Noi intendiamo alzare il livello dell’attenzione prima che si mettano le mani sulla città, prima che sia troppo tardi e si aspettino altri venti-trenta anni per piangerci addosso" – conclude il primo cittadino.