Aspetta. Le tessere di amici e di parenti di Eduardo Melisse sono state annullate. Ieri la notizia delle 140 iscrizioni al Pd ha viaggiato, da Roma a Napoli, via mail. Tra le iscrizioni c’era anche la sua. E quindi il presidente del consiglio a Palazzo Farnese, eletto in quota Pd, da oggi è fuori dal partito di Renzi. Pagate con la sua carta PayPal, le tessere sono finite nell’archivio di quelle illegittime insieme ad altre. In tutto sono 993 quelle cancellate. E Melisse aspetta. “Me lo devono comunicare ufficialmente, poi farò ricorso alla segreteria regionale”. Una mossa che potrebbe innescare più una rottura politica, tirando in campo i supporter napoletani del consigliere stabiese. Dal punto di vista formale, infatti, la decisione presa da Roma pare inappellabile. Ma il caso Melisse non è affatto chiuso, anzi si è appena aperto. “Se finisse male vuol dire che abbiamo corteggiato una donna, che ci ha detto di no” dice serafico. E, infatti, a questo punto con Melisse fuori dalla porta del congresso stabiese del Pd, il problema finisce in mano agli altri. Da out sider l’architetto che, di volta in volta, ha appoggiato amministrazioni di destra e di sinistra, torna un battitore libero. Ma oggi il suo vecchio ruolo lo potrà reinterpretare da Presidente del consiglio comunale. E mentre l’opposizione non ha assunto ancora una posizione unitaria su come affrontare il “caso Melisse”, il Pd e la maggioranza tacciono. La miccia ormai è innescata. Il primo banco di prova sarà il consiglio comunale sulle Terme, slittato da oggi al sedici marzo. A rottura consumata, il sindaco Pannullo e la sua maggioranza potrebbero dovere cominciare a fare i conti con un Melisse avvelenato come ogni corteggiatore respinto.