A Milton Keynes, cittadina inglese immersa nella quiete a nord di Londra, vive da undici anni Eduardo, un ragazzo, diventato chef, originario di Castellammare di Stabia che, pur avendo costruito lì una nuova vita insieme alla moglie Raffaella e ai loro due figli, Carlo ed Elia, non ha mai tagliato il legame profondo con le sue radici, né tantomeno con la squadra che, fin da bambino, gli ha fatto battere il cuore: la Juve Stabia. Nonostante la distanza e gli anni trascorsi lontano da Castellammare di Stabia, la passione per le Vespe non ha mai conosciuto pause o cedimenti, trasformandosi anzi in un rito familiare condiviso, fatto di piccole abitudini e gesti scaramantici che ogni fine settimana si ripetono con la stessa intensità: la sciarpa rigorosamente esposta in salotto, il televisore acceso su ogni partita, e i due figli al suo fianco, già educati a sentire sulla pelle i brividi di quel tifo viscerale. Eduardo non ha mai smesso di seguire la sua squadra, neanche nei momenti più difficili e, sebbene il suo tifo si sia adattato, per forza di cose, a una dimensione lontana e domestica, l’emozione di ogni gol, di ogni azione, di ogni urlo del Menti sembrava sempre raggiungerlo, attraversando lo schermo e facendogli sentire Castellammare un po’ più vicina. Ma ci sono partite che non si possono vivere da lontano, occasioni talmente cariche di significato che richiedono una presenza fisica, un ritorno alle origini, quasi come se lo spirito stesso del tifo pretende di essere ricongiunto alla sua terra. E così, quando la Juve Stabia ha conquistato l’accesso a una storica partita di playoff, quella che avrebbe potuto segnare il traguardo più importante della sua storia recente, Eduardo ha capito che non sarebbe bastato guardarla da un divano. Il biglietto, ricevuto in dono dalla moglie, è stato il segnale che mancava per decidere di partire. Non era la prima volta che tornava appositamente per sostenere le Vespe, ma questa volta tutto sembrava avere un sapore diverso, più intenso, quasi definitivo. E così, con il cuore gonfio di emozione e la sciarpa al collo, domani salirà su un volo che lo riporterà a Castellammare, nella sua città, tra la sua gente, pronto a sostenere ancora una volta, e forse come mai prima, la squadra che continua a rappresentare non solo un amore sportivo, ma un legame indissolubile con ciò che è stato e con ciò che, nonostante tutto, non ha mai smesso di essere. Arrivano dunque tifosi da ogni dove per poter assistere, per ora, alla partita più importante della storia della Juve Stabia.