Per lei il tempo non è passato. Lo ricorda piccolo, perché giovanissimo era quando fu trucidato in caserma con un collega. Francesca non ha mai smesso di contare i mesi e gli anni passati dal giorno in cui fu ucciso Carmine Apuzzo. "Aveva 19 anni e quattro mesi quando fu ammazzato". Era partito da Castellammare prestissimo per fare il carabiniere nel 1974. "Aveva voluto farlo da sempre, aveva diciassette anni quando ha indossato la divisa. I miei genitori dovettero firmare l'autorizzazione". Ricordi ripescati da un baule di memorie riaperto con la denuncia dei ragazzi di Libera che, nelle scorse settimane, denunciarono il raid contro la targa a Scanzano dedicata a Apuzzo da cui era stata cancellata la scritta "carabiniere". Un gesto assurdo per la sorella, presente alla cerimonia in cui il sindaco Cimmino e i vertici delle forze dell'ordine hanno ripristinato la targa. "Non so a chi può avere dato fastidio. Questo era il nostro quartiere. Noi a Scanzano siamo cresciuti". Al suo fianco i ragazzi di Libera che hanno segnalato il caso e gestiscono un bene confiscato ai D'Alessandro poco distante dalla roccaforte della cosca. "Insieme possiamo sconfiggere la camorra" dice il primo cittadino dopo avere scoperto la targa in memoria di un carabiniere di Castellammare ucciso in Sicilia nel 1976 quando aveva solo 19 anni.
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