MARTEDÌ 06 MAGGIO 2025





Il fatto

Castellammare, droga e racket: a processo il boss di Savorito e i suoi fedelissimi

A giudizio Salvatore Imparato, il fratello e dieci dei suoi uomini

di Redazione
Castellammare, droga e racket: a processo il boss di Savorito e i suoi fedelissimi

Il boss del Savorito a processo insieme ai suoi fedelissimi. La procura Antimafia ottiene il giudizio immediato per Salvatore Imparato, il fratello e gli uomini dell'organizzazione accusata di gestire l'affare droga alla periferia di Castellammare. Un affare, insieme ad armi e racket, con un giro di soldi investiti in stupefacenti che superava i cinquantamila euro a settimana. È lo stesso Michele Imparato a fare i calcoli quando con un blitz, nel quartiere bunker alla periferia di Castellammare, i carabinieri trovano droga nei tombini. Secondo il fratello del ras, con il sequestro di cocaina e marijuana, i militari hanno messo sotto chiave un tesoretto della cosca stimato sui centomila euro. Intercettazioni e indagini che incastrano i dodici arrestati meno di due mesi fa, al punto che il Pm Cimmarotta ottiene il processo per tutti a tempo di record. La prima udienza è fissata per fine gennaio per i capi, Michele Imparato "zì Peppe" e suo fratello Salvatore "Totore 'o paglialone" e i gregari: Ciro Amodio, Nicola Capasso, Gregorio Cesarano, Giovanni Di Maio, Giovanni Longobardi, Francesco Massa, Silvio Onorato, Pasquale Cabriglia, Catello D'Auria e Mimmo Fortunato. Un sistema, quello dello spaccio nel rione Savorito, con cui Salvatore Imparato e suo fratello reggono un'organizzazione con ragazzini e uomini assoldati come vedette, pusher e corrieri pronti ad andare in galera per una paga dai cento ai duecento euro a settimana. Finanziamenti che si sommano a quelli del racket, imposto ad imprenditori anche attraverso forniture. Un monopolio conquistato grazie alla fedeltà ai D'Alessandro, mai traditi negli anni anche dopo la prova del carcere. Una fedeltà riconosciuta dalla cosca di Scanzano che autorizza l'acquisto della droga dagli "alleati" di Secondigliano. E dalle intercettazioni spunta anche una donna, come finanziatrice delle operazioni di acquisto. Diversi gli incontri in cui avveniva il passaggio di soldi, diecimila e anche quindicimila euro, che gli Imparato prendevano dalle sue mani per pagare Nicola Capasso, il fornitore di Secondigliano, nascondendo i soldi in una scatola di biscotti. E tra poco più di un mese prendera' il via il processo all'organizzazione del Savorito, dopo un anno dal falò della vergogna quando con uno striscione e un manichino furono inviate minacce di morte ai pentiti in segno di sfida allo Stato. 


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26-11-2019 20:37:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA