Nel corso delle escursioni l’Archeoclub Stabiae osserva tutte le bellezze del paesaggio e cerca di immaginare lo scenario che doveva presentarsi agli occhi del visitatore solo pochi decenni fa.
Il cambiamento climatico ha inciso fortemente sul paesaggio, in particolare sulle temperature, mediamente molto più elevate degli inizi del novecento.
Le nevicate di questa settimana hanno riportato sul Faito un discreto manto nevoso, quello che fino agli anni '50 ha rappresentato una ulteriore risorsa del territorio.
Non a caso le foto di quegli anni mostrano le cime del monte Faito particolarmente innevate, tanto da costruirvi piste da sci con la sciovia, i cui resti sono ancora presenti nei pressi della Faggeta.
Inoltre, la presenza di alcune doline di origine carsica (dette neviere) testimonia che le precipitazioni nevose duravano per buona parte dell’inverno preservando lo strato di neve da cui si ricavava il ghiaccio.
Un’attività che è durata fino alla scoperta dei frigoriferi, ma soprattutto finché c’erano abbondanti nevicate, ormai sono fenomeni sempre più sporadici, e quando avvengono hanno una durata molto limitata.
Difficilmente si sceglie di fare un’escursione con condizioni meteo avverse, ma domenica alcuni soci dell’Archeoclub hanno deciso comunque di effettuare un’escursione non esplorativa come di solito viene programmata ma con l’unico obiettivo di verificare il flusso di acqua dei ruscelli che attraversano i boschi di Quisisana e i punti evidenziati sulle mappe redatte dall’Archeoclub dove è possibile ammirare le cascate.
I soci dell’Archeoclub sono riusciti nell’intento documentando ben 4 cascate, due decisamente a portata di mano e due lungo il sentiero che conduce alla cima del Monte Coppola.,focalizzando ll’attenzione sulla cascata posta alla quota più elevata rispetto alle altre documentate.
L’Archeoclub Stabiae auspica un intervento delle Autorità come: l’Ente Parco Monti Lattari, il comune di Castellammare di Stabia e La Soprintendenza Metropolitana di Napoli per collaborare alla realizzazione di un percorso storico naturalistico, allo scopo di valorizzare una risorsa mai sfruttata, visitando i resti dell’acquedotto di Quisisana, i resti di un antico acquedotto già esistente in epoca Farnesiana, i ruscelli, le cascate e le specie botaniche.
Un percorso di Trekking ad anello della lunghezza di circa 8 km con partenza dal Palazzo Reale.