Evitano di fare il nome. Lo conoscono bene entrambi e Sergio Mosca si preoccupa che prenda voti, ma non troppi a Scanzano per non insospettire gli inquirenti. Adesso la Dda ha aperto un'inchiesta per capire chi è quel candidato di Forza Italia di cui parla uno dei capi dei D'Alessandro e se ci sono altri consiglieri comunali che, nel 2018, hanno ricevuto il sostegno della cosca e del clan Cesarano. Il versante dei rapporti con la politica è una priorità per l'Antimafia, adesso che i collaboratori di giustizia stanno chiarendo molti punti oscuri e gli arresti si susseguono a Castellammare. Il pm Cimmarotta ha delegato i carabinieri di Torre Annunziata a tornare su quell'elezione vinta dal sindaco Cimmino e dalla sua maggioranza di centrodestra. Lo anticipa oggi il quotidiano "La Repubblica" riprendendo l'intercettazione, già nota, tra il boss Mosca e un imprenditore. Sono i giorni prima del voto. I D'Alessandro scelgono chi "sponsorizzare" nelle elezioni che determinano il sindaco di Castellammare nel 2018. Parlando, in auto, con l'imprenditore Gerardo delle Donne, il boss evita accuratamente di fare il nome del candidato. Ma si capiscono al volo. Una precauzione presa senza sapere di essere intercettati e la conversazione destinata a finire nell'inchiesta su estorsioni, usura e armi del clan D'Alessandro che fa scattare l'arresto per 16 persone. Niente nomi. Ma sul resto sono chiarissimi e l'operazione è quella giusta per il clan. I voti da Scanzano finiranno nella coalizione e per il candidato sindaco vincente. Forza Italia diventa partito di maggioranza e Gaetano Cimmino indossa la fascia tricolore. Sergio Mosca, alla vigilia delle amministrative, prende anche l'impegno di spiegare a Luigi D'Alessandro, a 23 anni rampollo della cosca, finito in cella con boss e colonnelli, che il candidato è "un amico del padre Pasqualino" e va sostenuto. "Portami i biglietti se no i ragazzi dimenticano" dice il boss a Delle Donne. Ma non bisogna esagerare. Troppi voti da Scanzano possono mettere un'etichetta negativa al candidato prescelto. Nessun boom di preferenze se no "lo danneggiamo, dobbiamo fare una cosa a livello familiare". Chi è quel candidato? E in una campagna elettorale, avvelenata da denunce e tensioni, ci sono altri parenti delle cosche in consiglio comunale? Adesso che il ministro dell'Interno Lamorgese ha inviato la commissione d'accesso al comune per verificare l'esistenza di infiltrazioni camorristiche, il pm Cimmarotta e i carabinieri approfondiscono il lato investigativo. Le risposte destinate ad arrivare a breve.
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