GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2025





Il fatto

Castellammare, in aula il re dei supermercati: 'Greco un fesso, non doveva avere a che fare con certe persone'

Apuzzo sulla bomba al 365: 'Pensai fosse stato Luigi di Martino'

di Mariella Parmendola
Castellammare, in aula il re dei supermercati: 'Greco un fesso, non doveva avere a che fare con certe persone'

"Greco era un fesso, non doveva avere a che fare con quelle persone". La voce filtrata dalla mascherina risuona nell'aula. Michele Apuzzo parla dell'amico a cui aveva chiesto una mano per uscire dalla morsa dell'estorsioni e conferma: "Mi consigliò di incontrare Luigi di Martino, di trovare un accordo. Assicurandomi che non avrei pagato". Sul tavolo della discussione la richiesta estorsiva del clan Cesarano. Soldi da versare a Luigi di Martino, detto o Profeta, come dazio per un'operazione finanziaria da 30 milioni di euro. L'imprenditore della catena di supermercati ha subito, nel tempo, tre attentati. Due a Castellammare a distanza di due anni, uno a Solofra. Decide di parlare con l'uomo d'affari, a cui è legato anche da relazioni di lavoro, quando degli emissari di Luigi di Martino arrivano a bussare alla sua porta. È un remake di quanto già dichiarato durante un primo interrogatorio, quello che avviene oggi in un'aula, all'udienza del processo ad Adolfo Greco e ai capi dei clan tra Castellammare e i Lattari. Apuzzo inizia a raccontare dalle visite dei Cesarano: "Emissari del clan, ragazzi che non conosco mi chiedevano un incontro con Luigi di Martino. Era chiaro che voleva soldi". E li' che scatta la decisione di parlarne con l'imprenditore-amico. Un solo incontro: "Parlai di questa cosa con Adolfo Greco, con lui mi incontravo spesso. Gli confidavo tutto. Aveva più esperienza di me. Io non ho mai pagato i Cesarano. Mi disse incontra Luigi di Martino, tanto lo porti dove dici tu". Il pm Cimmarotta gli chiede perché proprio Greco: "Parlavo con lui perché era persona saggia. Gli dissi che Luigi di Martino mi faceva venire persone una continuazione a darmi fastidio". Il 22 febbraio 2015 una bomba carta esplode nel supermercato al centro di Castellammare. Spiega in aula la vittima: "Pensai fosse stato di Martino a fare esplodere la bomba e il 29 giugno 2015 ne parlai con Greco. Mi disse che era una cosa insopportabile". Poi quel rapporto si interrompe. Apuzzo decide di troncare con l'imprenditore che da "saggio" diventa "fesso": "Per tanto tempo è stato fornitore del latte Berna alla mia catena. Poi io ho fatto la scelta di stare a guardare alla finestra. Greco mi appare un fesso perché non doveva avere a che fare con certe persone". Il rapporto commerciale, però, continua. Si interromperà solo quando il gruppo Parmalat si sostituirà a Greco, dopo una seconda inchiesta della Dda che accusa l'imprenditore stabiese di avere favorito i parenti di Zagaria. Ma questo è un altro capitolo della storia giudiziaria sui rapporti pericolosi dell'uomo d'affari coinvolto in tre inchieste in un anno e mezzo.
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26-05-2020 16:42:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA