Infermiera al San Leonardo, Martina da giorni vede arrivare ambulanze. Assiste pazienti che devono restare attaccati ad una macchina per respirare. In 24 ore nella corsia dell'ospedale di Castellammare ne sono morti sei. Giovane e con la passione per il suo lavoro ha deciso di raccontare la sua esperienza su Fb a chi non ci crede, a chi continua a riversarsi in strada. "Non scrivo questo post per dirvi ancora quanta paura si prova a stare in quei reparti, nè per ripetervi quanto fanno male i dispositivi di protezione, nè per ricevere un po’ di compassione per noi “eroi”... perché così ci definite, no? La realtà però è un’altra. Noi non siamo super eroi, se avessimo avuto i superpoteri, avremmo messo fine a tutta questa sofferenza da tempo".
Martina Pontedoro usa Fb per raccontare quello che accade ai pazienti di Covid: "Non abbiate compassione, per noi, che stiamo combattendo questa guerra da soli, in quelle 4 mura, contro cosa? Un qualcosa che non riusciamo a sconfiggere. Voglio, però, che iniziaste ad avere compassione per tutte quelle persone che si trovano in quei letti, con delle cavolo di maschere in faccia". Il suo appello è rivolto a quelli che oggi chiamano negazionisti: "Ma so che nemmeno scrivendo queste cose capireste, perché, ahimè, c’è gente che non crede in questo virus e che pensa sia solo un complotto. Chi non vede, non crede ed è proprio cosi. Vi farei guardare gli occhi, che mi spaccano il cuore in mille pezzi, di chi ha paura di non farcela. Gli occhi che piangono dietro quelle maschere".
L'infermiera evoca anche una immagine resa nota da colleghe nel resto d'Italia: "Vi farei guardare i volti sfregiati dalle maschere troppo strette. Bi farei stringere quelle mani e vi vorrei far provare tutto quello che provo, mentre sussurrano: “aiutami ti prego”. "Quanto mi rimane?” o "preferisco morire". Quando i dolori diventano insopportabili e vanno via senza potere avere vicino nessun familiare: "E più di tutto vi farei provare l’impotenza, perché ad un certo punto nessun tentativo vale più, non funziona più nulla e rimaniamo lì ad aspettare la fine, rendendocene cura fino all’ultimo battito e respiro. Vorrei che iniziaste a provare compassione per i familiari di queste persone, che vorrebbero rivedere, anche solo per un secondo, il proprio caro, per una carezza, per una parola di conforto". E ai parenti delle vittime va il passaggio più forte del messaggio di Martina: "Vorrei che iniziaste ad avere compassione e a pensare che potrebbe trovarsi vostro padre, vostra madre, vostro fratello, vostro nonno o un caro amico, proprio lì al loro posto". E lei, che da giovanissima infermiera ha dovuto imparare a convivere con la morte, chiede solo una cosa a chi è fuori dall'ospedale: "Vi chiedo di smetterla di sottovalutare, perché questo virus esiste davvero ed è subdolo.
Vi chiedo, con il cuore in mano, di aiutarci rispettando semplicemente le regole".
Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere