L'elenco di tutti i lavoratori della ditta che si occupa della pulizia degli uffici del Comune di Castellammare. È la richiesta della commissione d'accesso inviata dal prefetto per verificare se i clan si sono infiltrati nella vita amministrativa stabiese.
Il primo a parlare della ditta di pulizie è stato il collaboratore di giustizia, Pasquale Rapicano ai magistrati della Dda. "Una ditta di pulizie di Sergio Mosca aveva l'appalto al comune. Lo so perché mia moglie era dipendente. Poi non lavorava più lì, ma al San Leonardo". Ha riferito agli inquirenti il pentito parlando degli affari di uno dei capi del clan D'Alessandro. Ora il pool di ispettori sta verificando se quindi il comune abbia pagato i parenti di camorristi.
Questa ditta è stata già oggetto di una relazione dell'allora segretario generale, Monica Cinque, rispetto ad una proroga che avrebbe consentito all'impresa di lavorare fuori tempo massimo.
Due gli atti non conformi, oltre alla proroga anche alla conseguente liquidazione relativa al 2017, definendo alcune prescrizioni di cui gli uffici di settore non avrebbero tenuto conto. In seguito alla relazione l'amministrazione Cimmino ha indetto una nuova gara d'appalto. Al comune è arrivata una nuova impresa. Gli ispettori della prefettura hanno chiesto, però, ai dirigenti comunali la foto della situazione di ieri e di oggi. Entro il 26 novembre arriverà il verdetto e si saprà se il comune di Castellammare, per la prima volta, dovesse venire sciolto per infiltrazioni camorristiche.
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