Castellammare arriva seconda. È la chiesa del Carmine, con il suo parroco don Luigi, a salire sul podio nazionale della solidarietà grazie ad un concorso indetto dalla Cei. La giuria di "Tuttixtutti" ha scelto 10 progetti in Italia e dopo quello di Portici, arriva Castellammare che si aggiudica 12 mila euro, ma soprattutto la soddisfazione di avere presentato una proposta che ha convinto la giuria. "Tutti solidali in cucina" coniugherà formazione professionale per giovani disoccupati e valorizzazione dei prodotti tipici, con un’importante ricaduta sociale sul territorio. Il concorso, giunto alla decima edizione, premia i progetti di utilità sociale delle parrocchie coniugando solidarietà e formazione. Nonostante il rallentamento dovuto all’emergenza coronavirus sono state numerose le candidature pervenute, valutate dalla Giuria in base all’utilità sociale del progetto, alla possibilità di risolvere problematiche presenti nel tessuto sociale, alla capacità di dare risposta a bisogni della comunità di riferimento e l’eventuale creazione di nuovi posti di lavoro. Emozionato e contento don Luigi spiega cosa avverrà in parrocchia: "Cucina sociale vuole essere un progetto che ha una pluralità di obiettivi e quindi non può essere definita una mensa gratuita per persone in disagio. Certamente il fine caritatevole, già perseguito dalle altre mense presenti in città, tra cui quella della Caritas diocesana, rientra tra i nostri fini. Ma accanto ad esso vi è anche quello di costruire uno spazio di accoglienza per persone sole, o in difficoltà familiari, della cui esistenza abbiamo contezza e che, come è apparso ancora più drammaticamente evidente nel corso del periodo di quarantena, vivono spesso realtà di sofferenza difficilmente gestibili. La condivisione dei pasti è una forma di accoglienza qualificante e gratificante per chi la riceve ma anche per chi contribuisce a farla". Chi aiuta gli altri a sua volta può essere aiutato a trovare una sua strada occupazionale. Continua don Luigi: "E qui viene in rilievo il secondo obiettivo: il progetto vuole essere un modo per creare una sinergia tra giovani volontari, cui sarebbe affidata, in uno al parroco e alla responsabile della Caritas, la gestione della mensa e giovani che vivono un percorso di formazione professionale; questi ultimi sarebbero solo prestati per due o tre giorni alla settimana al nostro progetto, potendo svolgere per due/tre ore al giorno, un laboratorio pratico. È sotto gli occhi di tutti la difficoltà di coinvolgere i giovani in associazioni e gruppi. Eppure, sappiamo che queste difficoltà possono essere superate se ai giovani si propone un progetto che abbia una finalità concreta, che chieda loro un impegno per gli altri. Anche questo abbiamo sperimentato nel periodo della quarantena, molti ragazzi hanno risposto all'invito di venire in Caritas parrocchiale per preparare pacchi di viveri e consegnarli alle famiglie in difficoltà".
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