Voleva organizzare anche il concerto del rapper Fred De Palma nel suo locale abusivo alla periferia di Castellammare. Nino Spagnuolo aveva anche parlato con il manager del cantante, Enzo Chiummariello, poi alla fine l'evento al Plan b salto'.
La Dda ha chiesto 12 anni di carcere per il ras dei d'Alessandro, Nino Spagnuolo è l'uomo a cui la cosca di Scanzano aveva affidato gli affari sui locali tra Castellammare e la penisola sorrentina. Le mani dei D'Alessandro sulla movida di Sorrento. I colonnelli della cosca pronti a guadagnare dalla vita notturna della penisola. Stessa richiesta anche per Massimo Terminiello, braccio operativo di Spagnuolo e pluripregiudicato della penisola sorrentina. La sentenza in autunno.
Gli imputati sono accusati di aver effettuato una serie di estorsioni ad imprenditori della penisola sorrentina, attivi nel settore della movida a cui imponevano l’assunzione di personale addetto alla sicurezza e i buttafuori. In particolare, ai titolari di alcune discoteche ed alcuni bar, veniva imposto, attraverso minacce, l’assunzione di personale addetto al servizio di sicurezza a cui veniva fornito anche il “paravento” di un contratto stipulato con un’agenzia di sicurezza attiva ed operante nel napoletano. Le indagini permettevano di accertare, tuttavia, che la maggior parte del personale inviato nei locali, non era munito delle necessarie autorizzazioni ed anzi il più delle volte si trattava di personaggi che non avrebbero mai potuto ottenere tali autorizzazioni in quanto gravati da precedenti penali e/o di polizia. Al vertice di tale gruppo era posto lo Spagnuolo che, all'epoca agli arresti domiciliari, dettava comunque disposizioni, indicando il personale da mandare ai locali, stabilendone i compensi e le mansioni ed affidando l’esecuzione ed il controllo di quanto stabilito al suo fidato collaboratore Massimo Terminiello. Lo stesso Spagnuolo percepiva dal personale addetto alle sicurezze una quota della loro paga mentre altra quota della stessa veniva versata al clan camorristico D’Alessandro, garante della possibilità di “lavorare” in penisola sorrentina in un regime di fatto monopolistico. Le investigazioni permettevano anche di accertare che Nino Spagnuolo era il vero titolare della nota discoteca “Plan B” fittiziamente intestata ad altro indagato stabiese impegnato in altri lavori saltuari ed occasionali. Anche per la gestione della discoteca lo Spagnuolo utilizzava quale suo fidato braccio destro Terminillo. Ora sarà una sentenza a chiudere il primo capitolo che dimostra come il clan d'Alessandro sia arrivato a dettare legge in penisola sorrentina.