Appalti sospetti o non revocati. Il padre di Gaetano Cimmino, ex funzionario del comune, finito per caso in intercettazioni con un imprenditore sospetto a margine di un'inchiesta dell'Antimafia, pure senza avere conseguenze penali, e parentele scomode tra i consiglieri comunali e figure al vertice dei clan d'Alessandro e Cesarano.
È la fotografia che emerge dalla relazione su cui il Consiglio dei Ministri ha deciso, due giorni fa, di chiudere l'esperienza di governo di centrodestra a tre anni e mezzo dalla vittoria elettorale a Castellammare. Sciolto per la prima volta nella storia della città il consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche.
Tra ieri e oggi arrivate a sindaco e consiglieri comunali le notifiche inviate dal Prefetto di Napoli, Claudio Palomba, del provvedimento di sospensione dalle cariche, mentre si aspetta che il percorso diventi definitivo con la firma del Presidente Mattarella.
I servizi cimiteriali, ma anche le pulizie all'interno del Comune affidate fino al 2019 ad una ditta del boss Sergio Mosca, tra i tasselli inseriti dalla commissione d'accesso nelle 200 pagine in cui è stata ricostruita la vita amministrativa stabiese.
Considerate tardive, se non di facciata, le iniziative promosse sul versante dei beni confiscati. Nel dossier le riunioni dei capi dei D'Alessandro nella scuola abbandonata di Scanzano. Un capitolo a parte dedicato ai consiglieri. Lo apre il Presidente del consiglio, Emanuele d'Apice, che con l'omaggio accompagnato da applauso al padre defunto, ha conquistato la scena. Nella relazione si ricorda come "Gigino o ministro" sia stato condannato per i suoi rapporti con la camorra e ritenuto tra i motivi principali dello scioglimento del consiglio comunale di Pompei. Ma non è il solo, la mappa delle parentele collega sei esponenti di maggioranza e opposizione ai clan d'Alessandro e Cesarano. Tra i protagonisti della ricostruzione dei funzionari prefettizi Adolfo Greco, condannato in primo grado a otto anni per i suoi rapporti con le cosche e ritenuto tra i maggiori sostenitori del sindaco Cimmino già dalla campagna elettorale del 2018. Una situazione di infiltrazioni degli interessi criminali, anche per la permeabilità degli uffici comunali, a cui porre rimedio prima dell'arrivo dei fondi del Pnrr per l'uscita dalla crisi. E ora la strada è in salita per tutti.