Picchia un imprenditore in nome del clan. Questa l'accusa da cui si dovrà difendere Angelo Cascone, lo stabiese che per gli investigatori avrebbe agito per imporre un'estorsione del clan Cesarano ad un costruttore. Un avvertimento ad una vittima che non avrebbe voluto pagare il pizzo imposto dalla cosca di Ponte Persica. Una rata da cinquantamila euro, rispetto ad una richiesta da 100 mila imposta ad un imprenditore edile. Rinviato a giudizio Cascone, accolta la richiesta della Direzione distrettuale Antimafia, la prima udienza è stata fissata ad aprile.
Il difensore dell'imprenditore stabiese, di 48 anni, dovrà dimostrare durante il processo che il pestaggio fosse motivato da scontri di natura professionale. Attualmente per l'imputato vige ancora la misura cautelare del divieto di dimora in Campania. Arriva in un'aula di Tribunale un'inchiesta cominciata con la denuncia della vittima in relazione ad una vicenda del 2017.