"A Castellammare da quando ero bambino esistono le stesse famiglie camorristiche. Ne ricordo i nomi, riesco a ricostruire i passaggi generazionali di padre in figlio". Il quadro realistico e desolante lo fa Gianfelice Imparato, che ieri mattina nell'aula consiliare ha ricevuto il premio Cavaliere per la sua testimonianza di legalità. In particolare legata al suo ruolo di interprete dell'ispettore Pisanelli nei Bastardi di Pizzo Falcone.
"Un uomo dello Stato che lavora bene e tramite la fiction è diventato un modello" è scritto nella motivazione della commissione che ha scelto nella quinta edizione di dare il riconoscimento all'attore stabiese interprete anche teatrale di opere della tradizione da Viviani a De Filippo. "Cosa si può fare per Castellammare? Tanti anni fa erano ancora vivi i maestri d'ascia, che sapevano come realizzare una nave dal primo tratto fino al battesimo del mare. Loro erano disponibili e tante generazioni avrebbero imparato un'arte", racconta. Un progetto mai realizzato. Ma ancora oggi è una strada percorribile. "Occorre un presidio culturale permanente e io sono disponibile. Per fare conoscere ai giovani il patrimonio termale e quello archeologico. Le forze dell'ordine negli anni hanno fatto il possibile per arginare il fenomeno. Ma serve un lavoro con i giovani a cui consiglio di non fare irretire dalla comunicazione sui social, che isola. Per battere la camorra bisogna stare uniti" conclude Imparato. Con lui hanno ricevuto il premio rappresentanti delle forze e della magistratura. Insieme al Procuratore capo di Napoli Nord Maria Antonietta Troncone, anche don Tonino Palmese di Libera e suor Rita Giaretta.