VENERDÌ 09 MAGGIO 2025





La storia

Castellammare, salvato al San Leonardo bimbo con una rara malattia: caso unico al mondo

Dodo torna a casa dopo il trasferimento al Santobono: "Grazie a tutti i medici"

di Redazione
Castellammare, salvato al San Leonardo bimbo con una rara malattia: caso unico al mondo

Qualcosa ad un certo punto della gravidanza non va. Dodo deve nascere prima che tutto precipiti. A fare partorire la mamma è la primaria del reparto di ginecologia del San Leonardo. E' lì che dopo il parto seguito dalla ginecologa Eutalia Esposito, il bimbo vive la prima parte della sua vita nel reparto di Terapia intensiva di Castellammare. Il piccolo lotta per crescere, affetto da una rara malattia i suoi muscoli hanno problemi e il bimbo ha difficoltà a nutrirsi. E' l'inizio di una storia di amore e professionalità raccontata dai genitori al quotidiano il Mattino per ringraziare i medici che hanno permesso "il miracolo". Dopo sei mesi di degenza tra Castellammare e il Santobono a Napoli, in cui è avvenuta la diagnosi, il bimbo di Ercolano è tornato a casa con i suoi genitori. Per Ciro Palomba e Carolina Andolfi: "E' un miracolo". 
A formulare la diagnosi, che spiega le difficoltà a nutrirsi e crescere di Dodo, sono i medici del Santobono. 
Si tratta di una mutazione puntiforme sul gene Ryr1 in omozigosi, ereditata dai genitori portatori sani; la puntiforme conta solo tre casi al mondo, ma in omozigosi l'unico in assoluto è quello del piccolo Dodo.  «Dopo i primi cinque mesi di gravidanza perfetta - racconta Ciro al Mattino - ad ottobre il primario di Ginecologia del San Leonardo di Castellammare, la dottoressa Eutalia Esposito, capì che c'erano complicazioni. Mia moglie fu ricoverata e partorì alle 29esima settimana. Il bimbo pesava un chilo e duecento. Fu intubato e trasferito nel reparto di Terapia intensiva neonatale». Per i primi tempi ad occuparsene è stato il primario di neonatologia di Castellammare Roberto Cinelli, poi il trasferimento a Napoli per arrivare alla diagnosi. Operato al Santobono, al piccolo è stato inserito un sondino con cui può nutrirsi artificialmente e ha cominciato a crescere. Il primo sogno di tornare a casa, dopo sei mesi in una camera di ospedale, è stato raggiunto. Il futuro riserva anche incognite alla famiglia, essendo il piccolo l'unico caso al mondo con questa patologia. Ma per loro ogni giorno è un dono e la loro è una storia d'amore e di coraggio.   
 


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13-05-2019 12:14:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA