VENERDÌ 02 MAGGIO 2025





Il fatto

Castellammare, uccide il figlio durante una lite: condannato a 14 anni resta libero

Antonio Napodano, quattro anni fa, accoltellò la vittima

di Redazione
Castellammare, uccide il figlio durante una lite: condannato a 14 anni resta libero

"Sono stato io, ma lui mi ha aggredito con quella mazza da baseball". Padre e figlio armati l'uno contro l'altro. Suo è stato il colpo fatale. Antonio Napodano ha ucciso il figlio con due coltellate. Per quell'omicidio è stato condannato a 14 anni, ma per il giudice non è pericoloso e resta libero. La sentenza, ieri pomeriggio, ha confermato la richiesta del pm. Ma non è stata disposto nessuna applicazione della misura in carcere in attesa del verdetto definitivo. L'epilogo tragico di una violenta lite in un quartiere di periferia a Castellammare quattro anni fa. Peppe resta a terra nel sangue e con un'auto viene portato in ospedale dove morirà sedici giorni dopo a quaranta anni. Responsabile del peggiore dei delitti è libero. "Io non volevo uccidere mio figlio" ha ripetuto l'uomo dai primi momenti di quel terribile epilogo nel 2016. Una lite degenerata al punto che a padre e figlio non è bastato picchiarsi. "Peppe mi ha colpito con una mazza da baseball" ha raccontato Antonio Napodano ai pm di Torre Annunziata. Così nella piazzetta del Savorito, davanti alla statua di Padre Pio, il padre ha risposto con quel coltello. "Mi aveva colpito alla testa" ha continuato a ripetere in questi anni. Quelle ferite hanno costretto, però, Peppe Napodano in un letto di ospedale per sedici giorni. Due gli interventi chirurgici subiti. Un tentativo di ripresa del quarantenne, poi il peggioramento. Fino alla morte che ha mandato nella disperazione la moglie e i figli. Una tragedia risultato di liti familiari e gelosie alimentate da anni di incomprensione, da quando Antonio Napodano, 65 anni, si era risposato. La vittima era agli arresti domiciliari per droga e nella piazzetta del Savorito non avrebbe neanche dovuto esserci. Ma voleva parlare col padre di quella sua assenza alla comunione della figlia. Il nonno Antonio non era al fianco della nipote nel giorno più bello. Sin dall'inizio troppi i silenzi attorno al dramma, dalla decisione di non chiamare l'ambulanza, ma portare Peppe Napodano in auto fino all'ospedale. Poi la morte per cui il padre è stato condannato a quattordici anni di carcere. 
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10-09-2020 21:32:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA