MARTEDÌ 06 MAGGIO 2025





Sant'Antonio Abate

Condanne per la moglie e il fratello del boss delle cerimonie, il giudice: "La Sonrisa va confiscata"

I legali della famiglia Polese annunciano il ricorso, per il momento il Castello resta aperto

di Redazione
Condanne per la moglie e il fratello del boss delle cerimonie, il giudice:

Per la famiglia del boss delle cerimonie è solo la prima sconfitta di una lunga battaglia. Condannata la moglie del boss delle cerimonie e il fratello per lottizzazione abusiva, il magistrato ha disposto la confisca dell’Hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate. Il Castello di don Antonio Polese, secondo il giudice Cetta Criscuolo, deve essere acquisito al patrimonio del Comune di Sant’Antonio Abate. Un primo grado di giudizio, contro il quale gli avvocati della famiglia Polese hanno già annunciato di volersi contrapporre con un ricorso. Per il momento quindi la location del famoso reality su Real Time resta aperta per matrimoni e gran galà, ma il bene potrebbe essere confiscato e acquisito al patrimonio pubblico. Con questa la sentenza il giudice ha accolto la tesi della Procura di Torre Annunziata condannando a un anno di arresto e 30.000 euro di multa Agostino Polese, fratello del patron e la signora Rita Greco la moglie. Non c’è nel processo lui, il boss che no è tra i proprietari della struttura, ma ne è considerato a guardare le carte solo il gestore. Assolti altri due imputati: Mariarosaria Polese, la figlia di Agostino e l’altro fratello di don Antonio, Sabato Polese. La vicenda comincia trenta anni fa quando i Polese cominciano a costruire la struttura, diventata poi nota come il Castello, su un terreno agricolo. Lì dove c’era una casa colonica è stata realizzata una megastruttura. Un’area di 44mila metri quadrati tra via Stabia e via Croce Gragnano a Sant’Antonio Abate. Un complesso in cui di abusivo c’è quasi tutto come dimostrano i condoni ottenuti nel 1985 e poi nel 94. Ma per la procura di Torre la questione giudiziaria non è chiusa con le sanatorie per cui i Polese hanno pagato gli oneri al loro comune, la vicenda sarebbe ben più ampia e non sanabile. Il magistrato ha ritenuto, infatti, sussistente la lottizzazione abusiva e ha disposto di conseguenza la confisca dell’immobile. Del resto l’hotel fu sequestrato cinque anni fa con un decreto del giudice Nicola Russo, nel frattempo però che si sviluppava la vicenda giudiziaria la Procura concesse ai proprietari di non chiudere. Paradossalmente è stato proprio in questi cinque anni che il mega albergo è diventato per i fan di Real Time il Castello del boss delle cerimonie, diventando la location più nota in Campania. Di diverso avviso i legali del collegio difensivo, secondo i quali, poiché il giudice ha disposto il provvedimento anche relativamente alle proprietà degli imputati assolti, la confisca potrebbe decadere. La battaglia continua, nel frattempo nel Castello le luci restano accese. 


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09-11-2016 11:29:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA