VENERDÌ 09 MAGGIO 2025





La storia

Coronavirus, la denuncia della figlia di un medico: 'Mio padre abbandonato e i suoi pazienti a rischio'

Il racconto della giovane di Cava: 'Chiunque abbia avuto contatti con lui si metta in lista e preghi Dio'

di Redazione
Coronavirus, la denuncia della figlia di un medico: 'Mio padre abbandonato e i suoi pazienti a rischio'

Ha aspettato sei lunghi giorni. Solo a casa con la sua famiglia. In attesa che qualcuno arrivasse per dirgli se quei sintomi, che lui stesso aveva riconosciuto, fossero la prova che aveva contratto il coronavirus. È la denuncia della figlia di Antonio de Pisapia, un medico di Cava, ricoverato in ospedale venerdì scorso, che adesso è stato intubato per respirare. Il suo è un racconto drammatico che la giovane figlia ha deciso di fare per aiutare i pazienti del papà, che ormai sta troppo male per potere parlare: "Tu papà hai deciso di aiutare gli altri con la medicina, io con l’informazione, ti amo tanto, guarisci presto, che Dio ti protegga". Una situazione resa disperata dai sei giorni trascorsi senza che nessuno intervenisse. Per una settimana nessuno lo ha aiutato e dopo l'appello del sindaco che ha chiesto ai suoi pazienti di autodenunciarsi, la figlia sente il bisogno di raccontare il dramma del padre abbandonato dopo avere contratto il virus durante il suo lavoro. Scrive la ragazza: "Mio padre è risultato positivo al Covid-19 il giorno 27 marzo e ce l’hanno comunicato verso le ore 14:00-15:00; dopo che lui la mattina presto, insieme a mia madre tramite comunicazione telefonica, ha deciso di farsi ricoverare all’ospedale da campo di Cava de’ Tirreni". Ma prima che la situazione precipitasse nessuno si era preoccupato del medico e della situazione di rischio dei suoi pazienti. "Erano sei giorni, la febbre è iniziata il giorno 21 marzo, che aspettava a casa qualcuno che gli venisse a fare il tampone, nonostante le diverse telefonate per sollecitare ed altre senza alcuna risposta". Poi i toni si fanno più duri nei confronti di un ritardo che potrebbe avere gravi conseguenze: "È inaccettabile che un medico con sospetto Covid sia lasciato abbandonato a se stesso, alle cure della sola famiglia e della Croce Rossa, che purtroppo non può effettuare i tamponi, mettendo a rischio la salute dei pazienti con cui ha avuto contatti e di tutta la sua famiglia". A rendere ancora più difficile la situazione le condizioni di salute del dottore: "Mio padre oltre ad essere un medico è anche lui un paziente con patologia e a quanto pare i pazienti con patologie non hanno la precedenza su altri che non ne hanno e devono comunque effettuare il tampone". Ora che il padre è risultato positivo al coronavirus quando era già in ospedale, l'attesa diventa quella della moglie e dei figli. Di qui l'appello della ragazza: "Anche a noi familiari deve ancora essere effettuato, quanto ancora ci vorrà? Ovviamente siamo in quarantena". E soprattutto il messaggio ai pazienti: "Mi rivolgo ai pazienti che hanno avuto contatti con lui, sicuramente mio padre avrebbe continuato a tutelarvi e ad avvisarvi se ne avesse avuto la possibilità. Perciò chiunque abbia avuto contatti con lui si metta in lista e preghi Dio".
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29-03-2020 18:02:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA