Potremo andare al mare. È l'unica certezza della fase due dell'emergenza coronavirus, mentre governo e regioni cercano soluzioni per non affondare un altro dei settori che fa vivere tanti imprenditori e lavoratori in Italia. Un solo fatto è certo gli ombrelloni non saranno separati da pareti di plexiglass, che copiano i box dei supermercati. La proposta arrivata dall'Emilia Romagna è stata praticamente bocciata da tutti. "Qui poi è irrealizzabile" ha detto Riccardo Scarselli, per anni guida dei balneatori in Italia. "Ingabbiare il cliente è una cosa strana. Poi sul Tirreno potremmo non avere gli spazi". Una bocciatura che non arriva solo da Scarselli tenendo conto anche del fattore caldo, che renderebbero i box infrequehtabili. "Le spiagge sono luoghi aperti e il mare potrebbe aiutare a sconfiggere il virus" sostiene il patron del Bikini, tra i primi stabilimenti balneari della costa tra Castellammare e Sorrento. L'imprenditore stabiese è, però, preoccupato per lo scorrere del calendario. Il confronto con il governatore de Luca è fissato in questi giorni. Ma troppe sono ancora le decisioni da prendere su come verrà garantito l'accesso alle spiagge. "Abbiamo tempi stretti, in Campania esistono varie tipologie di spiagge, dagli scogli alla sabbia, e per ognuno potrebbero essere necessarie soluzioni diverse" spiega Scarselli, che conosce meglio di ogni altro il nodo spiaggia. L'ipotesi su cui lavora il governo è quella di un distanziamento obbligatorio tra le postazioni, magari con gazebo in legno riservati alle famiglie, di tavolini lontani, nei bar e nei ristoranti sulle spiagge, e di code, simili a quelle imposte nei supermercati, per accedere ai servizi. L'uso di mascherine nelle zone comuni potrebbe essere imposto. Soluzioni che comunque vedranno ridursi drasticamente il numero di persone che gli stabilimenti, di solito super affollati, potranno accogliere. Un'estate all'insegna di regole rigorose e dure da rispettare per non dovere rinunciare anche al mare. Un tema che riguarda la ripartenza dell'Italia, perché ricorda Scarselli: "Per alcuni istituti di ricerca il settore balneare è il 62% del richiamo turistico in Italia".
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