SABATO 03 MAGGIO 2025





L'inchiesta

Corruzione, bufera su politici e imprenditori: arrestato Sommese e il suo fedelissimo D'Alessio

All'ex sindaco di Pompei contestato un appalto per la cremazione

di Redazione
Corruzione, bufera su politici e imprenditori: arrestato Sommese e il suo fedelissimo D'Alessio

Frana l’intero sistema politico costruito da Pasquale Sommese. Arrestato il consigliere regionale, mister preferenze che, passando da uno schieramento all’altro, ha sempre portato in dote una caterva di consensi. Un terremoto giudiziario che si porta dietro anche molti dei suoi fedelissimi, dal fratello all’ex sindaco di Pompei Claudio D’Alessio. La direzione distrettuale antimafia e la Guardia di Finanza stanno eseguendo infatti 69  ordinanze di misura cautelare a carico di imprenditori ed amministratori - in carica o ex - accusati di corruzione, turbativa d'asta e concorso esterno in associazione mafiosa.
Numerosi gli appalti nel mirino degli inquirenti. L’ex demitiano di ferro, al momento della notifica del provvedimento è stato colto da malore e ora viene sottoposto ad accertamenti e potrebbe essere condotto in ospedale. Finisce ai domiciliari Claudio D'Alessio, sotto choc la città che è a pochi mesi dal voto dopo lo scioglimento anticipato del consiglio comunale. Accusato di turbativa d'asta l'ipotesi contestata all'ex sindaco di Pompei D'Alessio, con riferimento a un appalto bandito nel 2013 per la realizzazione di un impianto di cremazione vicino al cimitero.
Il consigliere regionale Sommese è indagato per corruzione e turbativa d'asta. Fra gli episodi sotto inchiesta, anche un appalto relativo alla realizzazione dei padiglioni 7 e 8 della Mostra d'Oltremare del maggio 2016. Sommese si sarebbe impegnato a garantire il finanziamento di alcuni lavori in cambio di somme di denaro o sostegno elettorale. In alcune circostanze avrebbe indicato espressamente il nome dell'imprenditore che doveva eseguire i lavori, attivandosi poi per l'erogazione dei finanziamenti.
Secondo l'accusa, nelle commissioni di gara sarebbero state inserite persone vicine all'ingegnere Guglielmo La Regina, che poi veicolavano gli appalti alle ditte segnalate in cambio di promesse di denaro da corrispondere a sindaci e funzionari degli enti appaltanti. Al centro delle indagini, quello che i magistrati definiscono come il presunto "sistema La Regina" riferendosi ad un imprenditore vicino al clan Zagaria.
L'architetto viene infatti ritenuto "l'artefice del meccanismo delittuoso" diretto a pilotare appalti banditi da diverse pubbliche amministrazioni. Al professionista viene contestata anche l'accusa di concorso esterno in associazione camorristica. Agli atti, sono allegate intercettazioni ambientali effettuare nello studio dell'architetto. In molti appalti sotto inchiesta, argomenta il giudice, è emesso che la documentazione sarebbe stata predisposta nello studio La Regina e poi trasmessa alla stazione appaltante.

 


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15-03-2017 10:55:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA