Cara Orsola,
partimmo insieme cariche non solo di valigie ma soprattutto cariche di speranza, convinte di riuscire ad esercitare finalmente la nostra professione. Non è stato facile staccarsi dai familiari e dagli affetti più cari, ma l’amore per la tua professione e la tua perseveranza ti davano la forza di andare avanti e non mollare. Neanche la lingua costituiva per te un ostacolo. Infatti mi dicevi: “Maria, per quanto abbiamo studiato all’università questo tedesco sarà una passeggiata”. Quanto hai ragione Orsola, abbiamo studiato tanto durante l’università, ma anche dopo cercando di completare al massimo la tua figura professionale affrontando qualsiasi cosa col tuo splendido sorriso. Ti divertiva ricordarmi di come ti rinchiusi nel box doccia per farti ripetere Anatomia (Si, anche quello superammo!). Mi ricordo delle nottate in sala parto e della luce dei tuoi occhi quando aiutavi un bambino a venire al mondo e quanto ti piaceva andare la sera al nido per coccolare i tuoi amati neonati nel silenzio che solo la notte ti regalava. La tua figura professionale di ostetrica resterà per sempre impressa nella mia mente ma soprattutto in tutte le donne che hai assistito.
Angelo mio, ora, grazie a questa borsa di studio, potrai sostenere altri giovani “pazzi” come noi che avranno il coraggio di studiare ciò che amano credendo fino in fondo nella propria professione. Mi immagino che in questo momento tu mi stia dicendo: “Maria basta, facciamo una pausa”. E anche su questo hai ragione. Facciamo una pausa da tutto Orsola, sulla situazione del nostro meridione, sul fatto che siamo costretti ad andare via per poter semplicemente lavorare, nostro diritto costituzionale!!! Facciamo una pausa Orsola ma dopo continuiamo a studiare perché le tue opere non sono finite e dobbiamo pensare a cos’altro tu possa realizzare…perché anche da lassù tu ti stai facendo sentire! Vai avanti così angelo nostro!
Le tue colleghe Emanuela, Marzia e Maria