Era un giorno di festa. Il primo maggio di sei anni fa. Si avvicinò all’auto dei due ragazzi e li colpì con una pioggia di proiettili. Per i magistrati voleva ucciderli quella sera del 2011 a via Bonito, seminando terrore e spavento sul lungomare. Questa mattina è stato arrestato a Gragnano. E’ finito in carcere, oggi, Giacomo Di Somma, 25 anni, figlio di Raffaele di Somma, detto il ninnillo, che come il fratello, negli anni bui della faida contro i D’Alessandro, non esitò a sparare, allungando la scia di sangue che macchiò la storia di Castellammare fino agli arresti dei vertici delle organizzazioni criminali stabiesi. Dovrà scontare sei anni e tre mesi di reclusione in esecuzione di una sentenza per l’agguato in cui restarono feriti Francesco Iovine, all’epoca ventenne e Vincenzo Spista di appena 18 anni. Gravi le ferite che procurò ai due giovani in quella sera di sangue. I due ragazzi erano in una Lancia Y e non si aspettavano di finire sotto il fuoco di Di Somma, nel pieno di una faida tra il clan D’Alessandro e la cosca Di Somma-Maresca a cui apparteneva il figlio del boss. Giacomo Di Somma, già colpito dal divieto di dimora a Castellammare, ora sconterà la sua pena a Poggioreale per quella notte dell’orrore in cui si macchiò di tentato omicidio e detenzione illegale di armi. Si chiude così una pagina degli anni bui che videro gli uomini della cosca di Scanzano e gli avversari del clan Di Somma-Maresca in guerra per il controllo dei traffici illeciti a Castellammare.