Non ci sta a finire da sola sul banco degli imputati. Si difende e passa all’attacco l’ex segretaria della Cisl. E’ guerra all’ultimo colpo nel sindacato, mentre va avanti l’inchiesta della procura di Napoli. "Non sono affatto preoccupata, perché non ho fatto nulla di cui mi debba pentire. Anzi, adesso più che mai sono determinata ad andare avanti". Al centro di una indagine per appropriazione indebita, Lina Lucci va all'attacco dichiarandosi vittima di una manovra. L'ex segretario campano della Cisl, su cui indaga la Procura di Napoli nell'ambito di un'inchiesta avviata sulla scorta di un dossier presentato dall'attuale commissario del sindacato, Piero Ragazzini, tira in ballo le denunce che a sua volta ha presentato alla magistratura e agli organismi interni del partito su quelle che definisce "ben altre ruberie nell'organizzazione" e chiede si faccia chiarezza al più presto.
Nel mirino dell'inchiesta rimborsi spese, fondi per regali e anche l'affitto di casa per una cifra non ancora quantificata ma che supererebbe i 200 mila euro. Ipotesi rispetto alle quali Lina Lucci ha sempre affermato la liceità della sua condotta.
"E' solo questione di tempo - spiega Lucci all'Ansa - aspetto di confrontarmi con questi signori davanti alla magistratura.
Non è da oggi che ho denunciato ben altre ruberie nell'organizzazione, così come non da oggi ho denunciato l'attività di spionaggio - e non di intelligence come qualche furbacchione vuole far passare - di cui sono stata vittima".
"Su questo - spiega - voglio chiarezza, perché è evidente che c'e' un'operazione a tenaglia. Ma io non sono affatto preoccupata e saranno altri a dover rispondere, prima agli iscritti, e poi alla magistratura". Dalla difesa all'attacco: "Ancora oggi continuo a ricevere minacce e segnali del tipo che sarebbe meglio da parte mia lasciar perdere. Ma io non lascio perdere un bel niente perché non ho nulla da nascondere e di cui mi preoccuparmi". L'ex segretario della Cisl campana si riferisce alla controdenuncia presentata in procura nei giorni scorsi dopo la scoperta di una telecamera nascosta nel suo ufficio.
L'ipotesi è che sia stata vittima di un'attività di spionaggio interno. In precedenza, il 27 dicembre scorso, il commissario Ragazzini aveva presentato un'altra denuncia riguardante gli stessi fatti, ovvero la scoperta di attrezzature per registrazioni abusive nell'ufficio di via Medina.
Elementi che portano Lina Lucci ad avanzare un'ipotesi: "Vogliono che ritiri il ricorso che ho presentato a ottobre scorso alla Cisl. Ma ora voglio vedere quale sarà l'atteggiamento della segreteria". Il ricorso è all'attenzione dei probiviri che lo hanno già discusso e dovrebbero ora esprimersi con un lodo.
"In quel ricorso - sottolinea - denunciavo in maniera documentata il comportamento e gli illeciti di alcuni dirigenti apicali dell'organizzazione. Andrò fino in fondo a questa storia che parte da una mia denuncia del gennaio 2015. Ho chiamato a testimoniare anche Annamaria Furlan e l'intera segretaria nazionale, perché io non ho nulla da temere".