"Non sono io". Lo continua a ripetere da anni. Inutilmente. Nicola Russo nuovamente vittima di uno scambio di persona con un altro magistrato. Storie personali e professionali diverse, i due condividono solo il nome e cognome. Ma basta affinché il magistrato stabiese finisca protagonista di una storia incredibile. Dopo denunce e querele ancora oggi la sua foto utilizzata, anche da testate importanti come il Corriere della sera, per completare articoli sulla condanna di un altro Nicola Russo. Un omonimo che una sentenza condanna a scontare undici anni di carcere. Russo aveva scritto in anticipo un post su Fb: "A scanso di ulteriori equivoci e sperando di non trovare nuovamente la mia immagine negli spazi degli organi di stampa, non sono consigliere di Stato, sono consigliere di corte di appello e non "aggiusto" processi, mi limito a scrivere sentenze. L'odierna condanna ad 11 anni di reclusione, per mia fortuna, non mi riguarda". Ma poi prima on line e in seguito sulla carta stampata, il caso si è ripetuto. Il magistrato di Castellammare racconta su Fb: "IN ITALIA NON ESISTE PIÙ LIMITE ALLA COGLIONERIA.
Mi spiace dover fare ricorso ad espressioni triviali, ma credo che al QUINTO caso di sciatteria di giornalismo d'accatto ne ho titolo.
Già in due occasioni il giornale "Il Fatto Quotidiano" e in altrettante occasioni il TG LA7 hanno abbinato la mia immagine alle indagini e all'arresto dell'omonimo (ormai ex) magistrato Nicola Russo componente del Consiglio di Stato. Ciò anche durante i giudizi in corso intentati nei loro confronti.
Oggi è intervenuta la condanna dell'omonimo ad 11 anni di reclusione e io già me lo sentivo che qualche altro foglio da incarto di conserve di pomodori avrebbe sbagliato. Questi dementi vanno su Google, scrivono "Nicola Russo magistrato" e appiccicano la mia foto". Un incubo da cui non riesce ad uscire nonostante denunce e querele.
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