Come fu per Benitez ora è per Sarri, il secondo anno regala sempre amare sorprese per gli allenatori alla guida del Napoli e se per Benitez le sorprese furono indotte da una scriteriata campagna acquisti più una serie di infortuni, per Sarri invece sembra soltanto l'assenza del lungodegente Milik a creare problemi, più quella dell'appena rientrato Albiol.
Il gioco espresso dalla squadra non ne risente e sotto porta il Napoli arriva con una disarmante facilità, ma in zona goal ci si perde per la pochezza offensiva di Gabbiadini che come Mertens viene utilizzato fuori ruolo. Milik dava soluzioni che al momento mancano e che non è possibile surrogare con tre punte leggere come i vari Mertens, Insigne e Callejon.
L'involuzione però è iniziata da Bergamo dove in campo c'era il bomber polacco e non è ammissibile che una rosa come quella del Napoli venga da 3 vittorie in 14 partite, un cammino che, se non fosse stato per lo sprint in avvio di stagione, a questo punto porterebbe il Napoli dall'altra parte della classifica.
La cosa che fa pensare è l'altrettanta semplicità nel prendere goal. Gli avversari vanno a bersaglio pur stentando a tirare verso la porta, i goal nascono sempre da errori difficili da credere per una squadra come quella partenopea, eppure succede con una precisione disarmante.
A Sarri ora le responsabilità e l'onere di valutare altre soluzioni d'attacco. Il mister 15 moduli che aveva incantato la platea di Empoli a Napoli sembra essere un integralista convinto. Proprio come Benitez che, come Sarri, nella sua seconda stagione lasciò un brutto ricordo di se ai più.