''La trasparenza della Procura della Repubblica di Napoli non è un bluff ma è reale e segna una
rivoluzione copernicana. Si sente il bisogno di fare un lavoro molto articolato e specifico in cui si mostrano ai cittadini i criteri e l'organizzazione degli uffici giudiziari''.
Lo ha detto Luigi Riello, procuratore generale presso la Corte d'Appello di Napoli, in occasione della presentazione del Bilancio sociale 2020-2021 della Procura della Repubblica di Napoli.
Riello, magistrato di Castellammare, ha sottolineato che ''l'apertura del Palazzo di giustizia ai cittadini assume un'importanza particolare nella nostra città che ha purtroppo diversi primati che non vorremmo avere: il primato degli omicidi per mafia e camorra, dei morti 'per caso'. Condizioni che rendono ancora più meritoria l'attività della magistratura e che rendono Napoli un caso nazionale''.
Riello ha evidenziato come le informazioni
contenute nel volume rappresentano ''un elemento importante per una ricercata e rinnovata fiducia da parte dei cittadini. Noi
non possiamo e non dobbiamo permetterci il lusso di mettere la polvere sotto al tappeto in un momento in cui come magistratura viviamo un momento di profonda crisi di credibilità''.
Il bilancio riporta annotazioni dell'attività giudiziaria a 360 gradi dai rapporti con la stampa, al benessere organizzativo,
aspetti economico finanziari di sostenibilità delle spese.
''Noi magistrati - ha concluso Riello - non siamo spettatori della giustizia ma siamo gli artefici e dobbiamo imparare a misurarci con la realtà, con i mezzi a disposizione altrimenti faremmo
solo lamentazioni''.