"Speriamo che non facciamo una sola “zompata". Pretendeva i 65 mila euro che la vittima avrebbe dovuto restituire e le minacce sono diventate sempre più intimidatorie. Imprenditore stabiese arrestato in un'inchiesta del Salernitano. Gennaro Spronello accusato dalla Dda di Salerno di essere uomo vicino al clan Cesarano e di avere utilizzato la cosca di Ponte Persica per una tentata estorsione con il metodo mafioso ai danni di un imprenditore agricolo. Arrestata ad Albanella, con il quarantenne stabiese, l’imprenditrice Emmanuela Botti, legale rappresentante del caseificio La Bufalat srl a Matinella. Sarebbe stata lei ad ingaggiare lo stabiese per ottenere i soldi. Ad inchiodare Spronello molte telefonate minatorie. "Vedete che noi parecchi più soldi dei vostri siamo andati sempre a prenderceli da quarant’anni a questa parte" insisteva lo stabiese. Ma poi ad un certo punto spunta anche il nome della cosca: "Non ti convincere che non dai i soldi alla signora… Faccio scoppiare una guerra su questo fatto dei soldi tuoi, ma una guerra tanto pesante che tu sai che dici? O mamma mia quello era così bravo quel ragazzo non l’ho preso in considerazione. Si bloccano altri … si blocca Giovanni Maiale … ti blocchi tu, vi bloccate tutti quanti proprio per far vedere, proprio per dare un segno sulla zona….». Spronello sottolinea il nome del boss Maiale, l’esponente di spicco del clan egemone nell’area di Albanella ed Eboli. «Giovanni Maiale’ te lo faccio il nome… glielo puoi andare a dire… mi ha chiamato quello di Castellammare del mercato dei Fiori, proprio così gli devi dire…». E poi: «Adesso ti dico una cosa in quarant’anni come famiglia nostra non l’abbiamo mai fatt buono a nessuno». Le minacce sono diventate sempre più forti. «Ti lego dietro la macchina, ti faccio passare un brutto quarto d’ora, vengo a prenderti a casa e ti rompo la testa. Ringrazia a Dio che i miei amici sono in galera altrimenti il problema era già risolto».
Un calvario per l’imprenditore degli Alburni terminato venerdì scorso con il fermo da parte dei carabinieri di Emmanuela Botti e Gennaro Spronello. Misura precautelare che il gip ha trasformato per entrambi in detenzione in carcere come anticipato, nella giornata di ieri, dal quotidiano La Città.
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