Vendetta. I bar li aveva girati tutti. Volevo un lavoro da barman. Ma aveva incassato solo dei no. Per Antonio Minetti era diventata una fissazione, con una storia difficile e precedenti penali non era il dipendente ideale. Ma lui pensava di essere il più bravo. Fino a quando nella notte tra mercoledì e giovedì non aveva realizzato il suo piano appiccando il fuoco a Emozioni Gustative, Caldi di Notte e ad un terzo bar. Ma la lista dei locali della movida minacciati era molto più lunga. Fuggito da Castellammare dopo il doppio raid, Minetti voleva tornare per completare il suo piano. Pesanti minacce l’ex barista aveva lanciato sulla sua pagina Fb, mentre alcuni proprietari di bar avevano anche ricevuto telefonate intimidatorie. Ma oggi pomeriggio lo stabiese di 45 anni è stato fermato nella stazione centrale di Napoli dagli agenti del commissariato di Polizia di Castellammare. Ora dovrà difendersi dalle accuse formulate nel provvedimento di fermo a firma del pm Sergio Pavia della procura di Torre Annunziata, che ha coordinato le indagini, per i reati di incendio, rapina, estorsione e minaccia aggravata. Ad incastrarlo le testimonianze di chi l’ha visto entrare in un bar con una tanica di benzina in mano e le immagini del sistema di videsorveglianza che lo riprendono in entrambi i raid avvenuti a distanza di pochissimo tempo. La mattina successiva anche altri due titolari di bar venivano minacciati sia telefonicamente e sia a mezzo messaggi a loro inviati ed addirittura pubblicati anche su social network, nei quali venivano indicati come bersaglio. Sempre lui prima di appiccare il fuoco avrebbe effettuato una rapina sempre a Caldi di Notte, solo un giorno prima. Del resto Minetti era già conosciuto dalle forze dell’ordine, con precedenti penali e Sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno a Castellammare. Per più di due giorni era riuscito a sparire nel nulla, ma continuando a seminare il terrore. “Tornerò a colpire” aveva promesso. Ma la polizia è riuscito a fermarlo prima.