Una lunga giornata, cominciata con un incontro con le istituzioni e terminata davanti alla scuola frequentata dalla loro Martina, che da grande voleva fare "la chef stellata": tanta solidarietà per Marcello Carbonaro e Enza Cossentino, i genitori della quattordicenne uccisa ad Afragola dall'ex fidanzato Alessio Tucci, reo confesso.
"Ci fa piacere e ci aiuta", dicono, ma - oltre al dolore, quello c'è sempre - non nascondono l'amarezza per le insinuazioni e i giudizi ricevuti online.
"Sono state dette tante cattiverie - dice la mamma di Martina - hanno scritto che ho reagito con indifferenza alla morte di mia figlia, come se non mi importasse nulla. Ma se non mi fossi mostrata forte, qui saremmo crollati tutti".
Una donna forte, ma macerata dalla sofferenza per una figlia che non tornerà più, come testimonia il prefetto di Napoli, Michele di Bari. "Si avverte il dolore immane di una mamma. Non credo che ci siano parole sufficienti o adeguate per descrivere lo stato d'animo di persone che hanno perso la figlia qualche giorno fa", dice.
Il prefetto ha incontrato nel pomeriggio i genitori, nel Comune di Afragola, insieme al sindaco Antonio Pannone, e alla presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e sulla violenza di genere, Martina Semenzato, secondo la quale "è un dovere morale essere vicini a questa famiglia. Tutti i femminicidi sono uguali per dolore e drammaticità, ma alcuni colpiscono per la giovane età della vittima e dell'assassino e per l'efferatezza del gesto. Abbiamo bisogno di una torsione culturale forte".
In precedenza Enza e Marcello avevano parlato con il sottosegretario Alfredo Mantovano, oggi in visita istituzionale in Campania. "Credo che debba confermare il dolore personale della presidente del Consiglio e di tutto il Governo per questa vicenda che è difficilmente catalogabile, nel senso di stabilire qual è il confine tra femminicidio, condizioni di degrado, follia", ha detto Mantovano, secondo cui "certi episodi non è che si possano stroncare o prevenire come tutti vorremmo per decreto. C'è qualcosa che coinvolge la responsabilità di tutti, sapendo che è complicato e difficile".
Durante questi incontri i genitori di Martina restano in silenzio. "Ce l'hanno ammazzata. Ora vogliamo solo verità e giustizia", ha scandito il padre della ragazza, mentre la madre ha insistito sulle "accuse ingiuste e cariche di cattiveria" ricevute. "Chiediamo solo giustizia e rispetto per la memoria di nostra figlia".
Ma in queste ore è soprattutto un'ondata di solidarietà quella che avvolge i due genitori. L'ultima manifestazione in serata, a Casoria, davanti alla scuola frequentata da Martina.
C'era anche la mamma, ormai senza parole. E c'erano tanti amici e compagni della ragazza. Uno di loro ha scritto un tema, che è stato letto. In un passaggio dice: "Credici quando diciamo non siamo tutti uguali. Ci sono ragazzi che credono nell'amore. Quello vero".