Chiuso il capitolo dei soccorsi, si apre quello del dolore. Torre del Greco si prepara a vedere tornare un'altra vittima di un disastro, dopo il crollo del ponte a Genova. "Domattina il procuratore firmerà il dissequestro delle salme. Adesso è il momento del silenzio e del rispetto per le vittime". Spiega il prefetto di Cosenza Paola Galeone, annunciando che potrà rientrare nella sua città Imma Marrazzo tra le dieci vittime della piena nel Parco del Pollino. In ospedale in Calabria il marito Giovanni Sarnataro e i due figli di undici e nove anni, che però stanno recuperando rapidamente. La famiglia era lì in vacanza e aveva partecipato all'escursione che è costata la vita a dieci persone. Imma Marrazzo e il marito, entrambi avvocati, hanno visto cambiare le loro vite in pochi tragici minuti. "Lavoreremo affinché non ci sia una ricaduta negativa sul turismo e per comprendere come gestire in futuro le escursioni" continua il prefetto di Cosenza incontrando i giornalisti.
"La natura, come disse Leopardi - ha aggiunto - in alcuni casi diventa matrigna, vedremo se poi la natura è coadiuvata dall'uomo".
"La moglie di Gianfranco Fumarola, una delle vittime - ha poi riferito il Prefetto - oggi ha detto al ministro Costa, e a noi istituzioni, 'mio marito è morto durante una gita a quarant'anni, adesso cosa sarà di noi?' Noi cercheremo di esserle vicini anche dopo, perché la presenza del Governo qui oggi non era solo per un saluto ma per prendersi cura anche dopo". A tentare di spiegare come può essere accaduto che un'escursione si sia tramutata in una simile tragedia è una guida. "Nessuno in paese ricorda una piena così del Raganello in estate negli ultimi 40 anni. Una portata simile si vede solo in tarda primavera. D'estate al massimo arriva una piena di 20-30 centimetri. Io però alla vigilia di Ferragosto l'avevo detto al sindaco di Civita di chiudere l'accesso alle gole, perché c'era rischio per i temporali. Poteva fare un'ordinanza sulla base dell'allerta della protezione Civile. Mi aveva detto che ci avrebbe pensato. Ma non ha fatto in tempo". Emanuele Bisarra fa la guida escursionistica nel parco del Pollino dall'85. «La piena è arrivata perché è venuta giù troppa acqua - spiega Bisarra -. Non credo ci siano state frane o si siano formate dighe di tronchi. Un amico pastore mi ha raccontato che sulle pareti della gola c'erano le cascate. Sembrava un uragano. È caduta una quantità d'acqua eccessiva in un lasso di tempo troppo breve. Le persone che stavano nelle Gole si sono trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato".
La guida spiega che prima di fare un'escursione bisogna guardare le previsioni meteo. «Col maltempo non mi sarei mai avvicinato al Raganello - dice -. Di solito la pioggia arriva fra le quattro e le sei del pomeriggio. La gita dura 4 ore. Il collega era partito all'una e pensava di essere di ritorno in tempo. Invece il temporale è arrivato prima, alle tre e mezza. E li ha presi quando erano ancora nel tratto stretto della gola».