E' finita come da copione, in questo De Laurentiis è maestro.
Non è bastata ad Ancelotti la vittoria e il gioco a tratti convincente messo in mostra dal Napoli per salvare la panchina, non è bastato il passaggio agli ottavi di finale di Champions, non è bastato che molti calciatori si fossero spesi apertamente per lui. Tutto era già scritto, e il tecnico di Reggiolo troppo navigato per non averlo intuito, troppo aziendalista e troppo "signore", ha lasciato che tutto andasse secondo copione, anzi ha fatto di più regalando 25 minuti di Champions a Gaetano un ragazzo della primavera. Così fanno i grandi al passo d'addio.
Diciamo che forse il Napoli ha impegato troppo tempo per una crisi che è esplosa il 5 novembre con l'ammutinamento, una crisi che ha portato la società a rincorrere due milioni di multe, e perderne 10 volte di più con il depauperamento del valore della sociatà.
Ecco che alla fine ADL, forse suo malgrado, ha scelto quello che nel calcio è da sempre il male minore: esonerare l'allenatore.
Non basterà, molti rapporti si sono sfilacciati, e le storie di molti calciatori sono al capolinea indipendentemente dalle scadenze contrattuali, ma forse la verità è che il giocattolo perfetto, quello che aveva creato il trio Sarri-Giuntoli-De Laurentis, lo ha rotto proprio il patron nel momento in cui ha chiuso i i rapporti con il toscanaccio di Figliene Valdarno nato per caso a Napoli.
Da oggi il bastone del comando passa nelle mani di Rino Gattuso (alle 15 dirigerà il suo primo allenamento in maglia azzurra), Ringhio per gli addetti ai lavori, vecchio mastino di centrocampo oggi sergente di ferro.
A lui il compito di traghettare questo Napoli allo sbando verso un posto di Champions al momento utopia pure. A lui il compito di fare piazza pulita e inquadrare questo Napoli ricco di tanto buoni giocatori ma privo di top players in campo e nello spogliatoi.