DOMENICA 18 MAGGIO 2025





Il fatto

Neonazisti programmavano un attentato a 'Vulcano buono': arrestato uno stabiese

Massimiliano Mariano, 46 anni, aveva il compito di addestrare i nuovi entrati

di Redazione
Neonazisti programmavano un attentato a 'Vulcano buono': arrestato uno stabiese

La centrale era a Marigliano. Toccava però ad uno stabiese addestrare chi si voleva arruolare nella cellula di neonazisti che nei suoi piani aveva anche un attentato al centro commerciale "Vulcano Buono". Arrestato ieri con altri quattro indagati Massimiliano Mariano, 46 anni di Castellammare di Stabia. A capo dell'organizzazione  Maurizio Ammendola di Maddaloni. Era lui a dettare gli ordini nell'associazione sovversiva, di stampo neonazista, negazionista e suprematista, denominata “Ordine di Hagal”, strutturata in maniera verticistica ed  avente sede in località Marigliano. E, infatti, era il Presidente. Il suo braccio destro è Michele Rinaldi, 47 anni, di Avellino. Mentre il compito di procacciare nuovi proseliti e organizzare le riunioni è stato svolto da Giampiero Testa, 25 anni di Marigliano, amico di Anton Radomskyy, 27 anni, ucraino residente nel nolano, ora ricercato e considerato vicino agli estremisti di destra del suo Paese, dove forse adesso si trova per partecipare alla guerra con la Russia.

L'inchiesta della Procura di Napoli ha portato ieri alla custodia cautelare in carcere per quattro accusati di “Associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico”.  "Un’associazione per delinquere, operante anche attraverso la diffusione del sito web dell’Associazione “Ordine di Hagal” e l’utilizzazione di altri social media, finalizzata al compimento di atti eversivi violenti,  istigazione a delinquere, apologia e negazionismo, con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, diretta e idonea a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali nonché quello politico e giuridico dello Stato, avente  carattere e finalità neonazista, suprematista e di discriminazione razziale, etnica, e religiosa”.

Gli indagati sono stati, altresì, ritenuti gravemente indiziati del delitto di cui all’art. 604 bis co.1 lett. a e b, e co. 3 c.p. per avere compiuto attività di propaganda delle idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico, e di istigazione a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici, fondati anche sulla minimizzazione in modo grave e sulla apologia della Shoah”.

 

La quinta persona è stata sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a Roma, in quanto gravemente indiziata del delitto di “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa” previsto dall’art. 604 bis c.p. poiché, “attraverso il social media  Facebook scambiava,  diffondeva e propagandava materiali, testi e video nel web, in modo che derivasse concreto pericolo di diffusione, di ideali neonazisti e suprematisti  fondanti in tutto o in parte sulla discriminazione per motivi razziali nonché sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull'apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra”.

 

Contestualmente sono state eseguite anche 26 perquisizioni personali, domiciliari ed informatiche, nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza, Crotone, nei confronti di altre persone, alcune indagate ed altre emergenti dalle indagini, poiché in contatto con le persone arrestate attraverso i social ed i canali dedicati nel complesso circuito nazionale neonazista.

L’indagine, iniziata nel 2019, svolta con numerosissimi servizi tecnici di intercettazione, telefonici, ambientali, di captazione informatica e con l’impiego prolungato di personale della DCPP-UCIGOS specializzato in servizi di osservazione controllo e pedinamento, ha dimostrato l’esistenza di una associazione i cui componenti hanno tenuto condotte riconducibili all’agire di gruppi organizzati di stampo neonazista, con campagne di apologia del fascismo, negazionismo della shoah, incitazione all’odio razziale e all’antisemitismo attraverso chat e canali sulle principali piattaforme di messaggistica istantanea, in particolare Telegram, nonché ad una costante attività di addestramento paramilitare, anche frequentando, all’estero, corsi di addestramento al combattimento corpo a corpo e all’utilizzo di armi da fuoco, sia corte sia lunghe. Sono emersi, altresì, contatti diretti e frequenti con formazioni ultranazionaliste ucraine: “Battaglione Azov”, “Pravi Sector”, “Centuria”, verosimilmente in vista di possibili reclutamenti nelle fila dei citati gruppi combattenti.

Le 26 perquisizioni di oggi fanno seguito alle 30 già eseguite a maggio ed ottobre 2021 che hanno consentito la raccolta di numerosissimo materiale di propaganda, proiettili, armi soft air, abbigliamento tattico e ulteriori importanti elementi indiziari che hanno suffragato la tesi investigativa. In particolare, dall’analisi dei dispositivi informatici sequestrati è emerso un canale Telegram, denominato “Protocollo 4”, elemento di contatto fra gli iscritti all’ “Ordine di Hagal” e costante strumento di diffusione e propaganda di teorie naziste, negazioniste, violente e suprematiste.

Dai numerosi servizi tecnici di captazione è emerso, altresì, la dichiarata volontà di alcuni degli indagati di compiere eclatanti azioni violente, sia nei confronti di civili sia nei confronti di appartenenti alle Forze di Polizia.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.


Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere

16-11-2022 08:38:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA