Un raid organizzato per vendicarsi in stile Gomorra. Una spedizione punitiva contro chi aveva osato sfidare i Fontana. Arrestati a distanza di tredici mesi dalla sparatoria sul lungomare, padre e i figli della famiglia dell'Acqua della Madonna oggi saranno interrogati. In cella da venerdì all'alba i sei uomini accusati di avere seminato il terrore a Castellammare saranno davanti al giudice delle udienze preliminari, Giovanni De Angelis, per difendersi dalle accuse di concorso in detenzione e porto d'armi. Altro destino, invece, per il ragazzo che sparò nel bar colpendo il suo bersaglio alle gambe. Armato dalle donne dei Fontana per compiere la sua vendetta, dopo avere avuto la peggio in una rissa a Piazza Ferrovia, l'allora diciassettenne fu incitato a sparare dai parenti. Armati di bastoni gli uomini dei Fontana intervennero a sua difesa dopo che il ragazzo colpì alle gambe Gaetano Cavallaro, picchiando con i bastoni amici della vittima e testimoni. Incastrati dalle telecamere della videosorveglianza e dal ritrovamento dei vestiti indossati nella terribile notte del 10 dicembre del 2016 dovranno oggi provare a spiegare la loro posizione. Davanti al gip Ciro, Catello, Alfonso, Giovanni e Francesco Fontana, Vincenzo Lucarelli. Finiti in comunità perchè allora minorenni G.F., protagonista di una iniziazione alla vita criminale, accusato di avere premuto il grilletto e G.P.L. al suo fianco in questa storia di vendette e odii che ricalca le scene di un brutto film.