MERCOLEDÌ 07 MAGGIO 2025





L'inchiesta

Patto elettorale con i boss, avvisi di garanzia all'ex sindaco Aliberti e alla moglie Monica Paolino

Con loro indagati anche Luigi e Gennaro Ridosso, Alfonso Loreto. Ieri l'annuncio del politico: "Rinuncio al ricorso, vado in carcere"

di Redazione
Patto elettorale con i boss, avvisi di garanzia all'ex sindaco Aliberti e alla moglie Monica Paolino

Un patto con il clan per avere in cambio voti e favori. A chiedere i consensi la famiglia Aliberti a offrirli ricevendo sostegno e assunzioni la cosca dei Ridosso. Un patto scellerato secondo la Direzione distrettuale Antimafia di Salerno che oggi ha fatto partire dieci avvisi di garanzia. Un avviso di conclusione delle indagini è stato notificato quest'oggi dal personale della sezione operativa della Dia, all’ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti alla moglie, consigliere regionale di Forza Italia Monica Paolino e al fratello Nello Maurizio Aliberti. Nella stessa lista dell’Antimafia Alfonso Loreto, Gennaro e Luigi Ridosso nomi di spicco della cosca egemone a Scafati. Le attività investigative condotte dalla Direzione investigativa antimafia di Salerno nell'ambito dell'operazione 'Sarastra' "hanno consentito di raccogliere - si legge in una nota - significativi elementi di responsabilità a carico degli indagati, ritenuti responsabili in concorso del reato di scambio elettorale politico-mafioso".
I fratelli Aliberti e Gennaro Ridosso, sempre in concorso, sono indagati anche dei reati di minaccia aggravata e violenza privata col metodo mafioso.
Gennaro e Luigi Ridosso e Alfonso Loreto, sono indagati anche per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Un sistema in cui ad essere danneggiate erano le istituzioni. Lo stesso provvedimento verrà notificato anche alle persone offese tra cui la presidenza del consiglio dei Ministri, domiciliata presso la locale Avvocatura Distrettuale e il Comune di Scafati in persona del Presidente della commissione straordinaria. Gli indagati hanno ora venti giorni di tempo per presentare le memorie difensive prima che si fissi l'udienza preliminare.  Proprio nella giornata di ieri Aliberti aveva pubblicato su Fb una lettera al suo avvocato in cui annunciava di volere rinunciare a fare ricorso alla decisione del Tribunale del Riesame che ha deciso per il carcere. Il politico di Fi scrive sul suo profilo: “Dopo due anni e mezzo di indagine e 18 mesi trascorsi a difendermi da una misura cautelare io sono stanco , ho la morte nel cuore, le cicatrici che mi bruciano e un buio dentro che mi sta consumando giorno per giorno distruggendo me, la mia famiglia e soprattutto i miei due splendidi figli Nicola e Rosaria che più di tutti stanno subendo sulla loro pelle una violenza mediatica che non ha precedenti”. Oggi un altro pezzo della sua storia giudiziaria arriva ad una svolta.


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26-09-2017 20:27:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA