“Basta silenzi, adesso pretendiamo risposte. Chiediamo immediatamente la convocazione di un tavolo istituzionale". La crisi del supermercato Grand’Etè continua a generare forti preoccupazioni. Dopo settimane di attese, nessuna notizia ufficiale sul destino dell’attività nel centro commerciale 'Le porte di Pompei'. E nel frattempo, sono 75 i lavoratori con il futuro appeso a un filo.
I rappresentanti sindacali di Cgil/Filcams e Ugl, al fianco dei dipendenti sin dall’inizio, chiedono con urgenza la convocazione di un tavolo istituzionale. In base a quanto trapelato nelle ultime ore ci sarebbe stato un primo punto di contatto tra sindacati e Regione Campania, ma ancora non è stata programmata una data ufficiale per l'incontro.
Ad aggravare la situazione anche un ritardo nel pagamento degli stipendi. I lavoratori, da quanto si apprende, hanno ricevuto solo oggi la mensilità di gennaio.
Questa lenta e angosciante attesa sul destino del supermercato, ha indotto i sindacati a scrivere una lettera alle istituzioni. Nero su bianco, all'indirizzo del Prefetto di Napoli Michele Di Bari e dell'Assessore Antonio Marchiello dellla Regione Campania, il dramma dei lavoratori del Grand'Etè.
Nel documento è riassunto il calvario iniziato il 14 gennaio con l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo da parte dell’azienda Ci.Bo nei confronti di 75 lavoratori. L’inizio di un’angoscia che tiene tuttora decine di famiglie con il fiato sospeso. “Il punto vendita è stato chiuso il 23 gennaio in seguito all’avvio del procedimento e dipendenti sono stati collocati in ferie forzate", si legge nella lettera dei sindacati.
“Lo scorso 24 febbraio abbiamo sottoscritto un verbale di accordo dove l'azienda Ci.Bo si impegnava a revocare la procedura di licenziamento collettivo e a convocare in tempi brevi le organizzazioni sindacali per un nuovo piano industriale. Ma ad oggi nessuna risposta”.
Con la revoca del licenziamento collettivo sembrava esserci un nuovo spiraglio di luce, ma le rassicurazioni iniziali sono state spazzate via dai continui silenzi. “È il caso di ricordare che ad oggi la società, per scelta imprenditoriale, continua a tenere il punto vendita chiuso al pubblico producendo però merce all'interno del reparto 'panetteria' - si specifica nel documento - Siamo fortemente preoccupati per cui chiediamo alla Regione Campania di convocare un incontro con tutte le parti coinvolte, affinché si faccia definitivamente chiarezza sul futuro occupazionale di 75 famiglie", concludono le organizzazioni sindacali.