Vitiello torna ad essere uno dei parlamentari più famosi d’Italia. Dopo il caso dell’iscrizione alla massoneria che gli è costata l’espulsione dai Cinquestelle, scoppia una nuova bufera mediatica che ha di nuovo come protagonista il parlamentare di Castellammare. Questa volta il terreno insidioso è quello dell’indennità. La sua prima da deputato, insieme a quelle ovviamente di tutti gli altri eletti a Montecitorio è di tredicimila euro. Ma i riflettori che si sono accesi su di lui da questa mattina riflettono un’immagine che non accetta. “Cinquemila euro di stipendio, poi indennità varie. In tutto fanno 13 mila euro al mese. Non è male”. Dice il parlamentare del gruppo misto al Corriere della Sera, ma poi afferma di essere finito in un corto circuito mediatico che ha distorto il suo pensiero. “Sono contro gli sprechi. Non ho mai dichiarato di essere contro al taglio delle indennità, semplicemente perché non lo penso. Trovo condivisibile e auspicabile quanto va nella direzione della lotta agli sprechi”. Anche perché pur essendosi lanciato nell’avventura della politica con una mail inviata al Movimento di Di Maio, Vitiello considera questa come un’esperienza, dichiarando di tenere di più alla sua poltrona da avvocato penalista. “Non sono un politico di professione, faccio il pendolare di lusso tra Roma e Napoli dove ho il mio studio e quella è la poltrona a cui tengo di più”. Mentre si dice favorevole al taglio dei parlamentari: “Decisamente troppi”. Riforme per il momento lontane dall’essere attuate, mentre si è ancora alla ricerca dei numeri per fare il governo. Ma prima di potersi cimentare nel ruolo del legislatore, Vitiello dovrà aspettare che i riflettori tornino a spegnersi. Per la seconda volta dall’inizio del suo debutto in politica.