Non riesce a parlare. Si sente come uno che è finito al centro di un complotto. Piange e racconta solo di considerarsi vittima e non colpevole dell’inchiesta che dal consiglio regionale l’ha portato fino a Poggioreale. Poche le parole pronunciate da Pasquale Sommese, dinanzi al magistrato che ha firmato il provvedimento sulla base delle richiesta della procura arrivata a contestargli di fare pare di un sistema che coinvolgeva politici, imprenditori e il clan dei Casalesi. Per la direzione distrettuale Antimafia il politico è tra i protagonisti dell'inchiesta sul meccanismo illegale con cui venivano pilotati importanti appalti. All’ex assessore regionale sarebbe toccato il compito di favorire l’ingegnere la Regina in cambio di soldi e voti. Sommese, definito mister preferenze per la sua capacità di avere intercettato consensi in tutta la Campania, è comparso ieri davanti al gip Federica Colucci, il giudice che ha firmato il provvedimento cautelare. Ma il suo è stato un interrogatorio breve, durato il tempo di respingere le accuse genericamente precisando di essere «parte lesa» e non protagonista di un giro di corruttela, vittima di «millanterie» ed estraneo al mondo di relazioni in cui lo calano le indagini dei magistrati della Dda. Quando si è trattato di analizzare i singoli episodi, per i quali è finito nei guai anche suo fratello Antonello, ha scelto la strada del silenzio. Avrà tempo per rispondere sui singoli episodi di una maxi inchiesta in cui figurano anche gli appalti per il restauro di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano e per la realizzazione dell’impianto di cremazione a Pompei. Vicende che hanno fatto scattare gli arresti domiciliari per gli ex sindaci di San Giorgio e Pompei Domenico Giorgiano e Claudio D’Alessio. Finanziamenti che però secondo Sommese non possono essere attribuiti ad una sua attività istituzionale. In pratica per il consigliere regionale non sarebbero attribuibile a lui l’arrivo dei fondi sotto la lente di ingrandimento della Dda. La tesi sarà approfondita dalla sua difesa nei successivi passaggi dell'iter giudiziario: la prossima tappa sarà dinanzi al Tribunale del Riesame. Era atteso per ieri anche l'interrogatorio di garanzia di Guglielmo La Regina, l'ingegnere 40enne ideatore del sistema corruttivo al centro dell'inchiesta. L'appuntamento è slittato a giovedì. La Regina, assistito dagli avvocati Giuseppe Fusco e Orazio Cicatelli, si è detto comunque pronto a rispondere alle domande del giudice. La sua è una delle posizioni principali nell'inchiesta, e non a caso l'indagine è stata chiamata «The Queen».