Il comune non può farcela da solo. Le tappe sono già fissate. Prima salvare gli stabilimenti e il parco, poi riaprire le Terme di Stabia. Come risolvere il rebus di ridare un futuro ai due stabilimenti termali chiusi è tutto da vedere, ma nel frattempo il sindaco Pannullo e il suo vice Andrea Di Martino hanno imbarcato nell’impresa sia la Regione che il governo con Invitalia. Questo il risultato di una trasferta avvenuta oggi che ha visto un primo appuntamento a Roma e un secondo a Napoli. Sulle Antiche Terme un’ancora di salvezza è stata trovata, nel mentre partirà la caccia ai privati lo stabilimento potrà essere affidata allo Scabec, una società regionale che si occupa di beni culturali. “Con Regione Campania e Invitalia lavoreremo alla riqualificazione del complesso delle Nuove Terme, in vista di una rinnovata capacità di essere attrattore di interesse sul mercato” – è quanto dichiarano in una nota congiunta Antonio Pannullo e Andrea Di Martino, sindaco e vicesindaco di Castellammare a margine dei due incontri avvenuti a Roma nella sede di Invitalia e successivamente a Palazzo Santa Lucia sede della Giunta Regionale. Più difficile la situazione per le Nuove Terme, dove a salire sul banco degli imputati sono gli ex sindaci Bobbio e Cuomo.
“I due incontri a Roma e Napoli erano propedeutici alla definizione di una serie di misure che come Amministrazione vogliamo mettere in campo per il rilancio del settore termale a Castellammare, cosa che non possiamo fare senza sostegno delle altre istituzioni” – si legge nella nota. Più difficile la situazione delle Nuove Terme, su cui incombe il rischio di perdere il patrimonio
“Da Invitalia ci è stata manifestata una grossa criticità sul pregresso andamento della gestione in particolare modo delle Nuove Terme. Il fallimento prima dell'azienda e la preoccupante condizione finanziaria in cui versa la Sint (la società che amministra i beni immobili delle terme) suggeriscono in primis la messa in sicurezza della società immobiliare e quindi una misura da parte di Regione Campania per la rifunzionalizzazione del complesso del Solaro” – continua la nota. In pratica se la situazione oggi rischia di essere irreversibile da Roma fanno sapere che le responsabilità vanno ricercate nel passato.
“L’incontro in Regione è stato funzionale per valutare un quadro d’insieme dell’intero patrimonio termale. Per quanto concerne Antiche Terme abbiamo sottoposto di nuovo la manifestazione di interesse in vista del project financing, come licenziato dalla commissione consiliare, nonché abbiamo avanzato una proposta di affidamento provvisorio attraverso una società pubblica. Su Nuove Terme abbiamo rappresentato la necessità di trovare una misura necessaria alla riqualificazione del complesso del Solaro in vista di una rinnovata capacità di essere attrattore di interesse sul mercato” – concludono Pannullo e Di Martino.