Varato a Castellammare nel 1930, ebbe un tragico destino. Affondato porto' con se negli abissi la maggior parte dell'equipaggio. Lì é rimasto per 77 anni nel Tirreno, a sud di Stromboli, dove era stato silurato nell'aprile del 1942 in piena II Guerra Mondiale. L'incrociatore leggero Giovanni Delle Bande Nere, o quel che ne resta dopo tanti decenni, è stato ritrovato dal cacciamine Vieste a una profondità compresa tra i 1460 e i 1730 metri. L'identificazione è stata possibile grazie ai sofisticati veicoli subacquei che il mezzo della Marina Militare ha in dotazione. Il relitto è stato localizzato e identificato a circa 11 miglia nautiche a Sud di Stromboli, in una posizione compatibile con quella del suo affondamento avvenuto il primo aprile del 1942, mentre era in viaggio da Messina a La Spezia, per effettuare alcune riparazioni in arsenale. Era scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra. Durante la navigazione, intorno alle 9, fu colpito da due siluri lanciati dal sommergibile britannico H.M.S. Urge. L'incrociatore, spezzato in più tronconi, affondò rapidamente. Fu uno dei naufragi più drammatici della storia militare italiana: morirono molti dei 507 marinai a bordo, vinti dalle ferite, dallo choc, dall'acqua gelida che si era tinta di nero per le tonnellate di nafta fuoriuscita dai serbatoi. Il sommergibile britannico Urge era considerato il "serial killer" della navi italiane nel Mediterraneo: aveva già affondato la petroliera Franco Martelli, danneggiato la nave passeggeri Aquitania e il mercantile Marigola e silurato anche la corazzata Vittorio Veneto. L'incrociatore leggero Giovanni delle Bande Nere, della classe condottieri tipo Alberico da Giussano, era stato costruito nei cantieri navali di Castellammare di Stabia nel 1928, fu varato nel 1930 e completato nel 1931. Lungo 169,3 metri, aveva una potenza totale di 95mila cavalli vapore e una velocità massima di 36 nodi. Era dotato di cannoni, mitragliere, tubi lanciasiluri e due ricognitori aerei Imam Ro 43, che lanciava grazie alla catapulta installata sulla prua. Il 21 marzo 1942, durante la II Guerra mondiale, prese parte alla seconda battaglia della Sirte e il 1° aprile di quell'anno salpò dalla base di Messina diretto a La Spezia, ma alle 9 del mattino venne intercettato dal sommergibile britannico Urge che lo silurò. L'abbandono fu eseguito ordinatamente ma in meno di due minuti dall'impatto del primo siluro l'incrociatore era scomparso. Le perdite - secondo il Bollettino della Marina - furono di 373 uomini, di cui 16 ufficiali, 57 sottufficiali, 295 sottocapi e comuni e 5 militarizzati.
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