MERCOLEDÌ 07 MAGGIO 2025





le proposte

Wedding, dalla Campania le prime proposte per il rilancio del settore

In regione ogni anno si spendono 6 miliardi di euro per 20mila matrimoni

di Antonio De Felice
Wedding, dalla Campania le prime proposte per il rilancio del settore

Fase 2 anche per il wedding, fermo al palo dall'inizio del Coronavus. Un settore che prova a rialzare la testa formulando le prime pososte su cui discutere.
Dal "no" alla responsabilità civile e penale dei titolari delle attività nel caso di contagio di clienti e dipendenti al "sì" ai benefici fiscali per gli sposi nel 2021.
Il settore del wedding come dicevamo in apetura è completamente fermo e le prospettive a breve non rosee vista la pratica impossibilità di celebrare matrimoni, un settore che è bene ricordare "muove" in regione oltre 20 matrimoni con un investimento complessiono di oltre 6 miliari.
In Campania l'associazione "Yes Aiem" (Associazione Imprenditori Eventi Matrimoni) ha provato dopo gli incontri con la task forxe della Regione a mettere a punto un piano con quattro proposte.prova comunque a ripartire
in Campania, e lo fa attraverso un piano in quattro punti.
Il presidente dell'associazione di categoria, Sara Trocciola, spiega che "l'intento di tutti i principali attori di questo
comparto strategico per la Campania è quello di iniziare a porre le basi per immaginare delle aperture nei prossimi mesi che possano permettere almeno di recuperare la stagione autunnale ed invernale, oltre a dare delle certezze a migliaia di future coppie di sposi che si sono visti trasformare un sogno in un incubo a causa dell'emergenza sanitaria".
Il primo punto individuato è il "no" alla responsabilità civile e penale da parte dei titolari delle attività nei confronti dei clienti e dei dipendenti che restino contagiati. "Un ipotetico e malaugurato contagio - dice la Trocciola - non può essere considerato pari ad un infortunio sul lavoro".
Altro "no" riguarda la riapertura fino alla fine dell'emergenza sanitaria, che si potrebbe prevedere in una data ipotetica inizio mese di luglio (scadenza dei 180 giorni dall'inizio della pandemia). "Non ci sarebbero i presupposti - dice la Trocciola - date le restrizioni attuali ancora troppo stringenti, per la realizzazione di un matrimonio. Senza dimenticare che fino a quella data indicativa, non c'è più la domanda".
C'è poi il "sì" alla possibilità di poter usufruire di sgravi fiscali, con il prolungamento della cassa integrazione per i dipendenti, la richieste di accedere a prestiti ad interessi zero per sostenere le proprie attività e di avere contributi a fondo perduto per la manutenzione delle strutture che, seppur chiuse per eventi,hanno comunque bisogno di costanti lavori fino a quando non saranno nella possibilità di riaprire. Si richiede inoltre lo sgravio Tari ed Imu relativamente al periodo imposto della chiusura.
"Sì" infine a benefici fiscali a favore degli sposi 2021 che decidono di celebrare le nozze nei mesi di gennaio, febbraio, marzo e novembre. "Sarebbero auspicabili anche misure come il credito di imposta o bonus e incentivi" conclude la Trocciola.


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13-05-2020 13:56:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA